Calisto Tanzi e la Parmalat, una storia di impunità e regole mancate

Da quando conduco il corso [workshop_what what=”488″ color=”navy”]prossima edizione il [workshop_when what=”488″ color=”black”] a [workshop_where what=”488″ color=”black”] –  prima ancora di insegnare ai miei allievi come riconoscere i trend, come trovare le azioni valide su cui investire, come gestire gli stop loss e tutto il resto del know-how che gli permetterà di trarre lucrosi profitti dai mercati finanziari per molti anni a venire, una delle prime informazioni preliminari che fornisco riguarda i mercati su cui investire e fare trading.

Di fatto, questa è una cosa un pò sorprendente per molti perchè sembrerebbe un passaggio logico che, essendo noi italiani, si decida di investire e fare trading sul mercato azionario italiano. Pur essendo questo assolutamente fattibile, ciò che invece spiego loro è che ha invece assolutamente senso prendere in considerazione l’idea di lasciar perdere la borsa italiana e di selezionare invece quella USA alla ricerca di maggiori guadagni da un lato e minori rischi dall’altro.

Tra i vari elementi che porto a supporto di questa mia affermazione ha una certa importanza la differente regolazione giudiziaria che hanno i due mercati in relazioni alle leggi USA e italiane e alle rispettive commissioni di controllo, la SEC per quanto riguarda Wall Street e la CONSOB per le vicende di casa nostra.

In particolare, la disciplina dei mercati USA rispecchia in pieno la differente politica legislativa che distingue gli USA rispetto al nostro paese: meno leggi e leggine ma più rigorose, più semplicità per chi vuole operare ma grande severità con chi viola le regole.

Fa specie quanto successo alcuni anni fa negli USA con i “CRAC” e i relativi scandali per le multinazionali Enron e Worldcom che, improvvisamente scoperte con i bilanci truccati e le casse vuote, fallirono in quattro e quattr’otto e di conseguenza trascinarono nel baratro tutti i risparmi di coloro che ne avevano acquistato azioni e obbligazioni.

La reazione del governo USA e della SEC fu rapida e durissima: processo per direttissima e condanne immediate e pesanti per tutti gli amministratori delle due aziende, messa in stato di accusa della Arthur Andersen (la società che ne certificava i bilanci) che fu obbligata a chiudere i battenti, successivo inasprimento delle regole per impedire che il caso si potesse ripetere.

Anche noi abbiamo avuto qualche tempo dopo i nostri “CRAC” a causa di bilanci eccessivamente creativi e ladrocini di vario genere e guarda caso i due più importanti hanno riguardato anche personaggi noti e assolutamente ben introdotti negli ambienti che contano così come in quel tragico calderone di porcate, furbizie, imbrogli e idiozie varie che è il mondo del calcio. Sto parlando, probabilmente te ne ricorderai, dei casi Cirio Sergio Cragnotti (patron della Lazio) e, soprattutto, del macroscopico buco e falso in bilancio di Calisto Tanzi con la Parmalat (e il Parma Calcio).

Beh, diciamo che il caso Parmalat ci fa capire una volta di più come il funzionamento giuridico di USA e Italia e dei rispettivi mercati finanziari sia un tantino diverso.

Da loro, a seguito dei casi Enron e Worldcom hanno inasprito le regole, da noi nel frattempo abbiamo …depenalizzato il falso in bilancio (sigh …) !! D’altra parte, si sa che da noi le leggi e le regole sono tantissime ma poi si trova sempre il modo per metterci d’accordo…

Tornando al caso Parmalat e al rigore che punisce i grandi imbroglioni di casa nostra, lo scorso 9 dicembre 2010, a 7 anni dal crac del 2004 e a quasi 3 anni dall’inizio del processo, il buon Calisto Tanzi è stato finalmente condannato per bancarotta fraudolenta a 18 anni di carcere a fronte del buco da 14 miliardi di euro (!) da lui generato e degli oltre 34.000 risparmiatori gettati sul lastrico (articolo completo fonte Sole 24 Ore).

Insomma, sembrava che Tanzi dovesse finalmente lasciare la propria sontuosa villa di Collecchio in cui fino a quel momento era confinato agli arresti domiciliari, dico sembrava perchè, giusto per rimanere coerente con la politica nostrana del “volemose bene” , l’ultimo aggiornamento della vicenda riguarda l’annullamento della disposizione da parte della Cassazione.

Nulla di fatto quindi, abbiamo scherzato, dobbiamo riparlarne ancora e il nostro eroe se ne torna a casuccia ai domiciliari visto che sembra non sussistere il rischio di fuga (articolo completo fonte La Stampa).

Che dire ancora su queste vicende e sugli italici costumi se non che sembrano fatte apposta per incoraggiare i super furboni a continuare nei loro maneggi tranquilli del fatto che tanto una certa qual forma di impunità comunque riusciranno sempre a garantirsela?

Certo, le azioni e le aziende italiane non saranno tutte delle Parmalat e delle Cirio ma, fino a quando non ci sarà un mercato ampio, liquido e regolato come si deve, Piazza Affari i miei sudati risparmi continuerà a scordarsi di poterli rivedere.

Roberto Pesce

6 commenti

  1. Andrea

    13 anni fa  

    Parole sacrosante!!


  2. Fab

    13 anni fa  

    Ciao Roberto e ciao Andrea,

    non sono assolutamente d’accordo!!

    Vengo e mi spiego!

    In Analisi Fondamentale quando si analizza una società quotata si cerca sempre ( quando possibile ) un “Comparable”, ossia una società comparabile in modo che dal raffronto delle due, l’analisi che viene fuori è più appropriata e completa!

    Stessa cosa dicasi quando si vogliono fare delle Analisi Macroeconomiche ( ossia che riguardano sistemi economici) che abbiano un senso!!

    Si cerca sempre un “Comparable” appropriato!!

    A me risulta che l’Italia stia all’interno dell’Unione Economica Europea e quindi un paragone appropriato che abbia senso economicamente lo si deve andare a fare con un altra nazione facente parte dell’area Euro!

    Ovviamente a livello di estensione territoriale e a livello demografico ci devono essere delle similitudini!!

    “Comparables” appropriati in questo caso sarebbero: Francia, Germania, UK, Spagna.

    In nessuno dei mercati finanziari dei paesi citati, i vari Tanzi e Cragnotti avrebbero potuto fare i disastri che hanno combinato in Italia senza essere sbattuti nelle patrie galere per decine di anni e prima ancora avere risarcito i risparmiatori!!

    Ergo:

    a livello di analisi macroeconomiche se si vuole fare un paragone con gli USA, bisogna quindi prendere come riferimento l’insieme dei paesi dell’area euro!!

    E in nessun paese dell’area euro, tranne che in Italia ( daltronde siamo il paese del bunga bunga!), sarebbero potute accadere robe del genere: frodi colossali a danno dei risparmiatori e finora totale impunità dei soggetti che le hanno perpetrate!!

    Per quanto riguarda il discorso:

    “Certo, le azioni e le aziende italiane non saranno tutte delle Parmalat e delle Cirio ma, fino a quando non ci sarà un mercato ampio, liquido e regolato come si deve, Piazza Affari i miei sudati risparmi continuerà a scordarsi di poterli rivedere.”

    Che a livello di Analisi Fondamentale non sia conveniente investire su Piazza Affari ci può stare visto che la nostra economia è in declino da più di un decennio e quindi meglio guardarsi altrove in Europa e in USA.

    Ma per fare trading specializzandosi con qualche tecnica operativa di Analisi Tecnica, mi risulta che piazza Affari vada bene, ovviamente per chi lo sa fare!!

    Nel senso per chi è operativamente bravo e sa utilizzare ricavandone il massimo il software di AT che usa personalmente per il mercato in questione!!

    Per quanto riguarda la superiorità del mercato finanziario statunitense rispetto a quello europeo ( area euro ) ho i miei seri dubbi!!

    Vengo e mi spiego:

    Le cause della crisi dei mercati finaziari avvenuta nel 2008 derivano principalmente dal sistema finanziario americano!!

    Di seguito interessante link:

    “Usa, i sette errori del capitalismo”:

    http://www.corriere.it/economia/08_ottobre_09/mucchetti_focus_crisi_borse_finanza_31684ade-95c8-11dd-86ba-00144f02aabc.shtml

    e finora poco e niente è cambiato se Alain Greenspan, ex Presidente della Federal Reserve, ha fatto il consulente strapagato per un hedge fund che su quella crisi ha fatto profitti stellari:

    http://www.businessinsider.com/john-paulson-alan-greenspan

    Lo stesso Alain Greenspan che prima dice che i regolatori dei mercati finanziari non si dovrebbero preoccupare delle eventuali frodi e poi dice invece che costituiscono un serio problema!!

    Schizofrenia allo stato puro!!

    Di seguito interessante link:

    http://www.nakedcapitalism.com/2010/11/guest-post-even-greenspan-admits-that-moral-hazard-and-fraud-are-the-main-problems.html

    Fra le altre cose, le banche americane hanno ancora asset tossici in pancia:

    http://online.wsj.com/article/SB10001424052748704570104576124701144189910.html

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/07/crisi-economica-gli-asset-tossici-minacciano-le-banche-americane/90656/

    E infine un’ultima curiosità:

    Un ingegnere italiano è stato colui che ha fatto fare durante la crisi del 2008, profitti stellari all’hedge fund americano sopramenzionato:

    http://blog.panorama.it/economia/2009/11/25/paolo-pellegrini-l%E2%80%99italiano-che-sbanco-wall-street/

    Diciamo che in fin dei conti non è oro tutto quel che luccica per usare un eufemismo!!

    Persino un businessman del calibro di Donald Trump nutre dei seri dubbi sulla tenuta del sistema economico statunitense:

    http://theeconomiccollapseblog.com/archives/even-donald-trump-is-warning-that-an-economic-collapse-is-coming

    http://en.wikipedia.org/wiki/Donald_Trump

    And that’s all from me!!

    Ciao!

    Fab


  3. Daniela

    13 anni fa  

    Grazie Fab, interessantissimi i tuoi link, e molto istruttivi. L’intervista a Donald Trump è da brivido.


  4. Fab

    13 anni fa  

    Ciao Daniela,

    figurati, è stato un piacere!!

    A parte il sistema finanziario che ha problemi seri, gli USA avranno problemi sempre più seri anche a livello socio economico!!

    Di seguito interessante link:

    http://www.repubblica.it/economia/2011/02/14/news/rampini_lavoro-12432901/?ref=HREC2-1

    E’ la conseguenza della “Società della Conoscenza” spinta agli eccessi!!

    Già ora anche in Europa il mercato del lavoro funziona a clessidra:

    in alto, professionals e creativi ben pagati e in basso badanti, camerieri,impiegati di call centre ecc… Le posizioni intermedie tendono a essere sempre di meno e la scomparsa del ceto medio ne è una conseguenza!!

    E se il ceto medio è stato sempre l’asse portante delle democrazie occidentali, il suo assottigliamento sempre più marcato presenterà il suo conto molto pesante, se non si interviene con nuove politiche economiche e sociali!!

    Concludo segnalandoti due links che ti potrebbero interessare:

    1)Libro in italiano di Donald Trump:

    http://www.ibs.it/code/9788845314797/trump-donald-j-/pensa-grande-manda.html

    2)Libro di Nicola Cacace sulle cause della progressiva scomparsa del ceto medio:

    http://www.ibs.it/code/9788846485687/cacace-nicola/informatico-badante-profess.html

    Dimenticavo: a livello individuale si può ovviare a questo trend, aumentando l’intelligenza finanziaria: fare propria la mentalità da investitore e/o da imprenditore oppure se si preferisce fare trading in modo preparato e saggio con una parte dei propri risparmi!!

    Ciao!

    Fab


  5. Fab

    13 anni fa  

    Dimenticavo un link interessante su assottigliamento ceto medio in USA:

    http://www.huffingtonpost.com/arianna-huffington/third-world-america-why-i_b_706673.html


  6. Fab

    13 anni fa  

    Ciao Daniela,

    altro link con slides davvero interessanti su “malessere” economia USA:

    “HERE IT IS: Your Short Course On Why The US Is Screwed” by Businessinsider

    http://www.businessinsider.com/why-the-us-is-screwed-2011-2

    Ciao!

    Fab


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