Concettualmente parlando, le OPZIONI propriamente dette sono uno strumento di origine antichissima se pensi che la prima traccia scritta che abbiamo sul loro utilizzo risale addirittura ad un testo di Aristotele del 4° secolo a.C. (!) in cui si parla dell’utilizzo di opzioni in merito al commercio di olive nella stagione dei raccolti nell’Antica Grecia.

Da Aristotele in avanti, passando tra varie vicende più o meno note come la famigerata “Bolla dei Tulipani” dell’Olanda del 16° secolo, le OPZIONI arrivano finalmente ad essere uno strumento quotato sui mercati ufficiali con la creazione del CHICAGO BOARD OF OPTIONS EXCHANGE (CBOE) nel 1973, ad oggi il mercato di riferimento più importante del mondo per quanto riguarda l’attività di compravendita di opzioni tanto quanto il NYSE (Wall Street) lo è per quanto riguarda la compravendita di azioni.

Il successo delle OPZIONI deriva dal fatto che, concettualmente, esse svolgono una funzione fondamentale nella gestione di contratti di ogni tipo, sia dentro che fuori i mercati finanziari regolamentati.

Fai per un istante mente locale: quante volte hai sentito in televisione dire che:

“La squadra di calcio ABCD ha concesso alla sua controparte XYZ un’opzione di acquisto sul calciatore PINCO PALLINO fino al termine della stagione?”

Ecco, se ti intendi di calcio e sai perfettamente cosa significhi la frase che ho virgolettato, ciò significa che hai compreso la base logica di un contratto di opzione (tecnicamente, quella dell’esempio calcistico appena riportato sarebbe un’opzione CALL).

Riportando un secondo esempio, anche il cosiddetto “compromesso” di acquisto per un’immobile è sostanzialmente un contratto di opzione in cui, prima del passaggio di proprietà del bene, un proprietario concede al suo acquirente il “diritto ma non l’obbligo di acquistare un sottostante (la casa) ad un certo prezzo prefissato, entro e non oltre una certa scadenza temporale”.

Per concedere questo diritto il proprietario giustamente pretende un cosiddetto “premio” rappresentato dalla caparra di acquisto e tutti sappiamo che, se l’acquirente non procede all’acquisto entro la data concordata, il proprietario si terrà la caparra mantenendo il pieno diritto di proprietà sul suo immobile, libero quindi di fare un nuovo compromesso con qualsiasi nuovo acquirente.

L’acquirente, d’altro canto, potrebbe non solo voler esercitare il proprio diritto acquistando la proprietà dell’immobile dopo averlo doverosamente saldato ma potrebbe invece scegliere di cedere lo stesso compromesso ad un secondo acquirente interessato a sua volta all’acquisto dell’immobile.

Ecco quindi che, avendo versato anche solo una caparra di 20.000 € per un’immobile di valore 10 volte superiore, se lui rivendesse quello stesso compromesso per, ipotizziamo, 30.000 €, non solo non avrebbe mai dovuto esporsi per l’intera somma ma avrebbe anche ottenuto un ritorno del 50% sul suo capitale di rischio rappresentato dalla caparra!!

Cominci ad inquadrare il meccanismo delle opzioni e a comprendere alcune delle ragioni per cui a chi le sa usare piacciono davvero tanto?

Se ti fa piacere avere ancora qualche esempio a supporto ti lascio alla visione di quest’altro video in cui io e lo stesso Luca Giusti introduciamo questi concetti in maniera discorsiva.