Sia fatta la Tua Volontà

Con la Pasqua celebriamo una storia di morte e resurrezione ma anche una storia che vede all’opera, contemporaneamente, una fede infinita e la più profonda fragilità umana.

Che tu sia o meno credente, quasi certamente conosci ciò che nei Vangeli è narrato relativamente agli ultimi minuti di libertà di Gesù quando, nell’orto del Getsemani, ritrovatosi più volte solo, abbandonato dai suoi stessi discepoli che dormivano, si ritrovò nel suo momento più profondamente umano e terreno.

Consapevole di quanto stava per succedere, spaventato, addolorato e affranto si ritrovò a chiedere a Dio suo Padre, di poter, se possibile, evitare di dover percorrere la strada che gli si presentava davanti e che era stata prevista per Lui.

“Padre mio, se possibile, allontana da me questo calice ma, in ogni caso, sia fatta la Tua Volontà”.

Da bambino, frequentando la Parrocchia genovese nella quale sostanzialmente sono cresciuto, ho sentito mille volte raccontare questo pezzo della Passione di Cristo ma, come spesso capita, non sono mai andato oltre il livello puramente narrativo della vicenda per cercare di comprenderne il significato profondo e riflettere su come tutto questo sia applicabile alla nostra vita.

La domanda è: qual è l’amaro calice che, in questa fase della nostra vita, ci piacerebbe fosse allontanato dalla nostra bocca e quali potrebbero invece essere i motivi più alti per cui invece questo stesso calice potrebbe essere qua per il nostro beneficio?

Non ti nascondo come, a livello personale, questo sia un momento molto complesso e doloroso, un periodo in cui la paura e la tristezza si alternano frequentemente alla rabbia e all’incredulità.

La Sfida non è sul piano lavorativo ed economico (magari…) che invece veleggiano di crociera nè su quello della salute (meno male!) ma su quello personale ed emotivo ed è arrivata da un angolo inatteso, toccando aspetti su cui mi sento vulnerabile perché toccano i miei affetti più profondi e quanto di più importante ho nella mia vita.

Allo stesso tempo è una sfida che tocca temi come le relazioni, gli affetti, la lealtà, le scelte, la coerenza, l’irriconoscenza, la visione della vita nel prossimo futuro … roba tosta insomma e che, come spesso accade, fa tornare attuale vecchie ferite emotive e fantasmi del passato come in quei film di Harry Potter in cui, nonostante tutto, Voldemort continua a tornare ancora ed ancora.

Una delle cose che tuttavia ho capito è che, nella vita, le Sfide non arrivano mai per caso e che ogni passaggio complicato e doloroso porta con sè anche delle benedizioni per quanto sia assolutamente legittimo e umano spaventarsi e desiderare che l’amaro calice sia allontanato da noi.

La vita non è semplice, sovente è fatica, e talvolta ci appare profondamente ingiusta. Tuttavia, è una legge di natura quella che ci insegna che ogni crescita e ogni miglioramento importante passano per forza sempre e solo da un momento faticoso o sofferto, un passaggio in cui i nostri limiti vengono sfidati e messi a nudo e in cui ci viene sistematicamente messa davanti agli occhi una Scelta.

La Scelta più tipica e ricorrente è sempre la stessa: mollare o andare avanti.

Ne esistono tuttavia molte altre, e non meno importanti o dirimenti.

Battersi sotto le insegne della rabbia, dell’odio e della vendetta oppure della giustizia e dell’amore.

Scegliere la via più semplice oppure quella che genererà migliori conseguenze sul lungo termine.

Continuare a permettere a persone e situazioni di abusare di noi oppure fare forza sul nostro carattere e finalmente piantare per terra i nostri paletti con energia, fissando dei confini ben precisi che riteniamo sano e corretto non siano oltrepassati.

Potrei andare ancora avanti a descrivere questi bivi ma penso che il senso ti sia chiaro e, forse, stai già pensando a quali Sfide e scelte anche tu abbia davanti in questa fase della tua vita e quali prezzi e benefici ci siano al termine di ognuna delle alternative che ti si parano davanti.

Uno dei passaggi importanti da comprendere (e dico grazie alla mia amica Silvia per essermi per l’ennesima volta venuta in aiuto regalandomi questo squarcio di illuminazione) è che ognuno di questi passaggi importanti della vita ci richiede un SACRIFICIO per essere superato. Dobbiamo probabilmente rinunciare a qualcosa che abbiamo sempre percepito come estremamente importante per poter andare avanti, pena il rimanere per sempre intrappolati nella palude in cui ci stiamo attualmente dibattendo.

In quasi tutte le fedi, religione o tradizioni storiche e culturali troviamo il tema del sacrificio ma, contrariamente alla prima idea che ci viene in mente e che probabilmente ci porta a pensare a qualcosa di cruento e sanguinoso, il concetto in sè del sacrificio è invece qualcosa di molto bello e poetico.

Secondo l’etimologia latina, la parola sacrificium deriva dall’unione di sacrum (rito sacro) e ficium (fare, compiere un’azione).

Sacrificare significa quindi, in ultima analisi, rendere sacro qualcosa di prezioso rinunciandovi al fine  di ingraziarsi gli Dei o per il miglior raggiungimento di un bene più alto.

Cosa è quindi che siamo chiamati a sacrificare per poter uscire dalla palude e poter andare avanti realizzando il nostro bene e quello delle persone che amiamo?

Le risposte, da caso a caso, possono essere tante e se da un lato credo di cominciare a capire cosa io sia chiamato a sacrificare in questa situazione, credo possa essere di aiuto a te che mi leggi fare qualche esempio più generalizzabile.

Per poter superare la nostra sfida potremmo essere chiamati a sacrificare:

  • una nostra idea di noi stessi a cui siamo aggrappati da tantissimo tempo (in psicologia la definiamo la nostra “identità” ma, attenzione, noi non siamo la nostra identità. siamo molto di più!)
  • l’approvazione di una persona per noi importante
  • la speranza di un ritorno nella nostra vita di chi, invece, se ne è andato da tempo
  • la “zona di comfort” di una situazione a noi parecchio comoda
  • fatica o dolore fisico o psicologico
  • denaro
  • posizioni di carriera
  • un vecchio sogno o obiettivo
  • il desiderio di essere riconosciuti, comandare o essere “i primi” o “i migliori”
  • il desiderio di rimanere al coperto e non prenderci alcuna responsabilità
  • la speranza di essere prima o poi compresi o capiti
  • il desiderio di piacere a tutti o di non essere criticati o derisi
  • oggetti materiali
  • la presenza al nostro fianco di persone amate e importanti come potrebbero essere i nostri figli, il nostro partner, un genitore etc.
  • il quieto vivere
  • un legittimo o comprensibile desiderio di giustizia o di vendetta
  • il rimanere in un luogo amato o nella terra in cui siamo cresciuti

Questi e molti altri ancora possono essere i sacrifici necessari al nostro cambiamento, alla nostra evoluzione o, magari, alla realizzazione di un Bene Più Grande che vada molto oltre noi stessi.

Rinunciare a qualcosa di prezioso è difficile, certo, ma se fosse proprio questo Sacrificio l’ostacolo più grande che si frappone tra noi e la nostra realizzazione, tra dove siamo oggi e dove vogliamo andare?

L’ancora e il molo sono importanti, certo, perchè danno sicurezza e stabilità ma, allo stesso tempo, è impossibile per una nave prendere il largo senza allo stesso tempo salpare le ancore e abbandonare il proprio porto sicuro.

La domanda per te quindi diventa: cosa sei disposto a rendere sacro per poterti evolvere e qual è il premio che ti aspetta al termine della tua sfida?

Affidati con Fede e saggezza al disegno che la vita ha preparato per te perchè niente di importante viene mai raggiunto o realizzato senza fatica o sacrificio ma nessuna Sfida ci viene mai data senza che si abbiano anche gli strumenti per superarla.

Da parte mia e di tutta la squadra Smartmoney, Buone Festività Pasquali per te e i tuoi cari.

Roberto Pesce

18 commenti

  1. Donatella

    6 anni fa  

    Mi ha toccato profondamente in quanto sto vivendo un momento difficile nel lato degli affetti… aspetto al quale ho sempre creduto molto e nel quale ho sempre investito. E’ arrivato il momento di “sacrificare” qualcosa.. Dolore, Trasformazione, Rinascita! Grazie Roberto


  2. Tiziana

    6 anni fa  

    Credo di aver capito di recente qual è per me il calice amaro che rifiuto: l’idea del dolore.
    Probabilmente é il motivo principale per cui neanche comincio tante cose, a partire da una relazione.
    Peró così allontano anche ciò che di bello può entrare nella mia vita.
    Cosa renderei sacro? Quello che sento come la mia vera natura, la Leggerezza. Sì, mi farebbe evolvere eccome..
    Sul premio ci penso ancora un po’, ma grazie per la riflessione! 🙂


  3. Adolfo

    6 anni fa  

    …”Quando soffia un forte vento c’è chi costruisce un muro per ripararsi e chi invece costruisce un mulino”


  4. Laura E.

    6 anni fa  

    Accidenti a te Roberto,
    proprio questo articolo e in questo momento dovevi scrivere!
    Sono anch’io a un bivio e devo decidere se star male e rimanere nella palude o provare a soffrire tanto e cambiare tutto…..grazie comunque per avermi fatto riflettere.
    Sei proprio una grande persona!


  5. Angelo Morese

    6 anni fa  

    Ciao Roberto,
    ho letto e riletto con molta attenzione le tue parole! Sei una persona saggia, e da persona saggia sai cogliere quegli aspetti del profondo dell’uomo! Il ri-sorgere di Cristo ha proprio il senso, anche laico, della ri-nascita, lo stimolo al cambiamento! Ogni cambiamento, come ben sottolinei, richiede sacrificio, l’abbandono di porti sicuri per esplorare il nuovo! Senza la morte e la resurrezione, in senso metaforico, nulla di diverso potrà arrivare! Buon tutto
    Angelo


  6. Pierangelo

    6 anni fa  

    Caro Roberto, avendoti conosciuto, sapevo che avevi un forte “Senso Religioso”, e con questo articolo lo dimostri ulteriormente.
    La riflessione sulla Pasqua deve portare al centro di ciò che si celebra e per me che sono credente è la morte e resurrezione di Cristo. Da lui e solo da lui viene la mia speranza di salvezza. Il mio sacrificio è abbandonare la pretesa di salvarmi da solo e di attaccarmi alle “cose” come in esse fosse la consistenza della mia persona. Tutto ciò che ho e che sono, è dato per un passo in più, è dato per andare oltre; come dici tu “l’ancora” può essere l’attaccamento a ciò che crediamo essere importante, ma può anche bloccarci nel nostro cammino umano.
    Grazie e buona Pasqua….anche se è già passata!!!


  7. Barbara

    6 anni fa  

    Il mio sacrificio?
    Il 7 maggio mio figlio di nemmeno 16 anni partirà per l’Australia per andare a vivere con suo padre e la sua nuova famiglia.
    Ho solo un figlio e credo di aver vissuto gli ultimi 15 anni della mia vita pensando a lui e a come potevo renderlo felice… L’ho fatto anche ora! Lui parte perché ha scelto di studiare all’estero e io ho accettato di sacrificare il mio tempo con lui per uno scopo più alto! La sua vita! Il suo presente e il suo futuro! Decisione sofferta e difficilissima: distanza e soldi mi separeranno dal poter toccare mio figlio quando vorrò…
    Grazie Roby ancora una volta so che questa grande sfida è toccata a me perché ho gli strumenti per superarla e certamente chiude in se qualcosa di più grande da realizzare sia da parte mia che del mio splendido Samuele.


  8. Andrea Grattapaglia

    6 anni fa  

    Fare il sacro……siamo noi che dobbiamo con la nostra coscienza e il nostro volere arrivare a fare di tutte le cose “il Sacro” e essre perfettamente nell’affermazione “sia fatta la tua volontà” , non con fare remissivo verso qualche cosa di superiore ma essere consapevoli che “quello è “!!!


  9. Fabio

    6 anni fa  

    Grazie Roberto,
    Da quando ti ho conosciuto e ho cominciato a seguire te e i tuoi insegnamenti ho avuto la possibilità di cogliere un’opportunità di cambiamento anche se non sempre ho trovato poi in me la resilienza di portarlo avanti.
    Tuttavia è un piacere poterti leggere ancora ed in questa veste piu spirituale che…finanziaria e materialistica. Dimostri che dei “bullet points” possono essere usati non solo per elencare “bonus” e opportunità tangibili ma anche per distribuire “bonus per l’anima”.
    Un abbraccio e anche a te una Buona Pasqua!


  10. Simona

    6 anni fa  

    Complimenti! Articolo molto bello, profondo e di “spessore”.
    Nella nostra società in cui vogliamo e talvolta pretendiamo di avere sempre tutto subito, senza sforzo e a costo zero (sono io la prima a farlo, spesso e volentieri) è bene rinfrescare il concetto di sacrificio…talvolta è necessario rinunciare a un pezzettino di qualcosa, in nome di un bene più grande….grazie per avercelo ricordato! 🙂


  11. Antonella

    6 anni fa  

    Caro Roberto, appena ho letto il tuo articolo ho ritrovato quel “passaggio complicato” che ho affrontato proprio in questi giorni. Avevo due questioni lavorative che non prendevano la giusta piega e ieri, mentre camminavo verso la vetta del Sacro Monte (sopra Varese) con mio marito, ho espresso tutta la mia rabbia e delusione. Questa mattina avrei dovuto prendere una decisione che , inevitabilmente, avrebbe avvicinato “il calice amaro”. A sorpresa invece, apro le mail ed ecco la “benedizione” che mi aspettavo e che oramai davo per persa! Quindi hai ragione, le sfide non arrivano mai per caso e ti aiutano a crescere. Grazie per aiutarci a riflettere e ad avere Fede. Antonella


  12. Andrea

    6 anni fa  

    Grazie Roberto per questo articolo. Mi ha fatto molto riflettere e penso che lo farà ancora per un po’ di giorni. Sono proprio nella palude di cui tu parli, ma la paura del sacrificio mi blocca dall’uscire. Anche se in fondo, dentro di me so che è la l’unica soluzione possibile per una mia rinasciata e per uscire dallo stallo. Questo articolo mi ha dato lo spunto per vedere questo “sacrificio” doloroso in maniera diversa. Sono contento perchè ci vedremo presto a Bologna e avrò la possibilità di conoscerti dal vivo. Grazie


  13. antonello

    6 anni fa  

    Ciao Roberto,ho provato a rileggere piu’ volte il tuo articolo per provare a dare “la risposta ” che mi/ci chiedi.Intanto voglio dirti che e’ molto bello da parte tua cercare di far uscire da ognuno di noi alcune frasi,pensieri che a volte,il piu’ delle volte sono li,ad un passo dall’uscita …ma poi chissa’ perche’ restano li.Io da parte mia per una maggiore serenita’,ho bisogno di percepire da chi mi sta vicino la condivisione del percorso da fare,senza isterismi e senza servilismo.Per stare bene ho bisogno di vedere il giusto,l’abbondanza a chi la merita e la grande fatica a chi invece merita poco.Per favore non scomodare nessuno,sono molto rancoroso verso qlc,lo so.Spero veramente mi passi.Derena fasta a te e a tutti quelli che ci leggono.


  14. Alessandra Pellini

    6 anni fa  

    Ciao Roberto, articolo molto toccante, lo specchio di uno stato interiore comune alle persone che leggono sotto le parole, che ascoltano gli altri e se stessi. Prendere una decisione a volte è semplice analisi degli aspetti del problema, altre volte non è semplice tradurre identità, valori, affetti, relazioni in modo tale che tutto diventi più razionale. Ho rivissuto tra le tue righe parte in un ‘dilemma’ vissuto una decina di anni fa. La mia persona, la mia direzione, i miei valori(pochi ma saldi), hanno determinato la mia scelta. Posso dire sia stato un grande Sacrificio, o meglio una volontà Superiore, Sacra. La vita è continuata tra momenti di rinascita, momenti di opportunità, momenti scoraggianti, momenti bui, come la vita è. Credo però di aver sottovalutato gli effetti del sacrificio nel lungo periodo. Quando esso tocca il nostro profondo, quando la ‘materia’ non riesce a riempire il vuoto, conviverci a volte è gestibile, altre volte è opprimente, è fatica estrema. L’esperienza mi ha insegnato che ce la facciamo in ogni caso, ne abbiamo tutta la forza, quella piccola luce ci indicherà la strada, ci permetterà di vedere nel buio, ci condurrà per mano laddove non troveremo più la nostra strada o ci farà imboccare una strada diversa da quella che abbiamo sempre pensato fosse giusta per noi, alimenterà nuova motivazione.
    Grazie per le tue parole, gradito ponte per fermarsi e riflettere.
    Alessandra


  15. Anna Maria

    6 anni fa  

    Caro Roberto,
    un articolo toccante nel quale traspare tutta la tua “sofferenza”.
    Il mio sguardo si dirige spontaneamente al quadro appeso sul muro davanti alla mia scrivania: sono le “4 leggi della prosperità” che ho ricevuto con la tua mail di fine anno come augurio per il 2018.
    Nient’altro da aggiungere se non un forte abbraccio e che tu possa continuare a camminare nella luce!


  16. Davide

    6 anni fa  

    Articolo molto, molto bello!
    Complimenti Roberto. ma domanda (poco seria), sei genoano o doriano?

    E complimenti anche a Barbara per il suo “sacrificio”. Chapeaux.
    saluti a tutti


  17. Luciano Corlazzoli

    6 anni fa  

    Grazie Roberto, articolo molto profondo e toccante specialmente per chi, come me, ha sempre creduto in qualcosa di più “grande”. Purtroppo, negli ultimi anni, le mie certezze sono vacilllate e mi trovo da un po’ di tempo a un bivio: devo rinunciare forzatamente al mio lavoro, ai miei clienti per aprire una nuova fase della mia vita lavorativa ripartendo da zero. So che devo procedere, ma non riesco ancora a farlo, sono come immobilizzato dalla paura. Forse è il timore di cambiare, forse quello di lasciare tutto quello che ho costruito fino a oggi… non lo so esattamente! Ma una cosa la so di per certo: non posso rimanere impantanato ancora per molto!


  18. rosella

    6 anni fa  

    Ti conosco poco, ma ho molto apprezzato la chiara,acuta e qualitativa analisi delle tue riflessioni: sono servite anche a me! Grazie


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