Gli italiani hanno sempre meno fiducia nelle banche

E meno male mi viene da dire!

La notizia in questione è apparsa l’altro giorno sulla Stampa e riguardava l’ennesimo sondaggio che rivelava per l’appunto come banche e multinazionali farmaceutiche fossero in caduta libera rispetto alla fiducia degli italiani.

Chiariamo subito una cosa rispetto alla mia affermazione iniziale. Qui non parlo di avere fiducia o meno sulla solidità delle banche italiane che, per quanto ne so io, è assolutamente granitica tanto che siamo uno dei paesi al mondo che ha meno rischiato il default dei propri grandi istituti di credito.

Parlo piuttosto di avere o meno fiducia sul tipo di supporto al cittadino (inteso come servizi offerti, consulenza e relativi costi) fornito dalle banche e da quanto il loro atteggiamento commerciale sia o meno vincere-vincere nei confronti dei propri clienti.

Ebbene, su questo fronte non posso che manifestare chiaramente la mia totale sfiducia e disillusione.

Non ti parlerò in questo articolo di fatti e misfatti commessi in tutti questi anni nè delle radici di molti dei mali del nostro sistema bancario per i quali ti invito invece a leggere il semplicissimo libretto Sopra la banca il bancario campa, sotto la banca il cliente creparecensito tempo fa che tuttavia pone l’accento su un fatto tutto sommato ovvio che però vale la pena ribadire perchè istintivamente non viene considerato dalla maggioranza delle persone:

UNA BANCA NON E’ UN ENTE BENSI’ UN’IMPRESA COMMERCIALE!

Il punto però non è nemmeno questo, anche perchè non c’è niente di immorale o sbagliato a vendere i propri prodotti o servizi in cambio di denaro, anche perchè è quello che facciamo tutti.

Il punto in questione è se quello che vendiamo abbia o meno un valore per i nostri clienti e se questo valore sia almeno pari (ma sarebbe meglio se fosse superiore) rispetto al prezzo che chiediamo loro in cambio.

Ebbene, è proprio su questo fronte che le nostre banche cadono vistosamente ed in particolar modo in ambito consulenza lato investimenti. Lo so che è brutto dirlo in questo modo ma il tipo di consigli e proposte che ti puoi sentir fornire da bancari e promotori finanziari è, salvo rare e lodevoli eccezioni, tanto accurato quanto quello che potrei darti io relativamente ai problemi della tua automobile (se mi impegno un pò arrivo fino a spiegarti come aprire il cofano) e tanto onesto e disinteressato quanto quello di un venditore di lettori dvd “casualmente caduti da un camion” che puoi incontrare in una piazzola di autogrill.

Esagero? Forse in difetto, nel senso che gli stessi bancari (impiegati di vario livello, direttori di filiale ed ex-direttori) che hanno partecipato ai miei corsi, parlando in pubblico di questi argomenti dipingono una realtà ancora più critica e desolante, fatta di budget anche settimanali da raggiungere pena rappresaglie sugli impiegati-venditori della serie “Bisogna vendere almeno tot quote di questo prodotto o di questa polizza entro venerdì, non importa come e non importa a chi!”

Brutto? Si, anzi orrendo. Purtroppo però è la verità. Un mix tragico di incompetenza, avidità e mancanza di etica commerciale e di visione di business vincere-vincere di lungo termine.

Ricordo al proposito che la crisi attuale si è generata proprio a causa di scellerati prodotti finanziari come i CDO, ABS etc. prodotti dalle banche per aumentare i propri utili a dismisura, basati su debiti contratti da cattivi pagatori o ex insolventi (sic…) e poi girati sui risparmiatori approfittando della loro ignoranza per riversare i rischi e moltiplicare i profitti.

Secondo te, rischiato il collasso del sistema, le banche hanno imparato la lezione?

In un mondo ideale, dopo essere state salvate dai governi per evitare un crac catastrofico, le banche avrebbero investito pesantemente in formazione finanziaria per i loro consulenti e dirigenti e trasformato i propri prodotti in fondi e polizze realmente utili e efficienti da distribuire a chi ne avesse realmente necessità.

All’atto pratico, le mie fonti dall’interno del sistema bancario mi dicono che sono ricominciate allegramente le stesse pratiche di prima e fondi di investimento, gestioni patrimoniali, fondi di fondi, strutturati e chi più ne ha più ne metta vengono nuovamente spinti alla grande.

I prossimi [workshop_when what=”490″ color=”black”] terrò a [workshop_where what=”490″ color=”black”] l’edizione di [workshop_what what=”490″ color=”navy”], se vuoi diventare un investitore informato e consapevole non perderti l’opportunità di partecipare.

Un saluto e alla prossima, ciao.

Roberto Pesce

2 commenti

  1. Riccardo

    14 anni fa  

    In piena armonia con te, Fish, anche il comico Brignano ha espresso la sua sulle banche.
    Il pensiero è forse più terra terra di quello di Kennedy sul PIL ma comunque molto reale (non uso appositamente realistico) e divertente.

    Guardati il filmato su YouTube

    http://www.youtube.com/watch?v=wb0qSFxPla8


  2. Stefano

    14 anni fa  

    Considerando le performance di alcuni strumenti di investimento da marzo ad oggi, che sono quasi arrivati ai livelli dell’estate dello scorso anno, non mi meraviglio che si sia riformato lo stesso circolo vizioso. Le perdite provocate dalla crisi devono pur essere recuperate a scapito di chiunque, ancora con strumenti pericolosi, ancora creando un enorme castello di carta, generando soldi con soldi, stravolgendo così le comuni regole del buon senso. I grandi banchieri non possono rinunciare a uffici lussuosi, aerei privati, ville da favola e chi più ne ha più ne metta comprati con i loro super compensi e chi deve alimentare questo grande fuoco…. i comuni risparmiatori! Poveri!!!!!!!


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