Infelicità finanziaria? I 6 errori da evitare

infelicità finanziaria“Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo”, scrive Lev Tolstoj nell’incipit più celebre della letteratura. Benché l’infelicità “romantica” di Anna Karenina sia di tutt’altro spessore, anche per il più travolgente degli amori arriva il momento in cui si deve far di conto.

Quando succede è indubbio che l’infelicità finanziaria non aiuti i rapporti, così come nessuna circostanza della vita.

Se al cuor non si comanda, al portafoglio invece si può e si dovrebbe comandare, affinché ogni scelta finanziaria sia destinata alla felicità ovvero alla realizzazione di una vita in cui esprimere i nostri talenti mettendoli al nostro servizio e a quello degli altri.   

È questo che si intende per INTELLIGENZA FINANZIARIA.

Non si tratta di dare connotazioni di qualità al denaro. Il denaro così come tante altre cose non è che uno strumento; è l’uso che se ne fa a essere buono o cattivo.

Il denaro è uno strumento di potere:

  • potere di agire sulla vita,
  • di ampliare le scelte: investire in un progetto, in formazione per te o altri, scegliere un lavoro, aiutare gli altri, continuare o meno una relazione.

Non è quindi solo questione di stile di vita, ma di scelte: più disponibilità ho più sono libero di scegliere cosa fare, nel bene e nel male.

Se ti senti infelice finanziariamente è perché hai commesso o stai commettendo qualche errore. Forse uno di questi 6.

1. Mancanza di consapevolezza finanziaria.

Tantissime persone non sanno perché non stanno bene finanziariamente.

Non sanno come sia organizzata la propria vita finanziaria.

Vedono e subiscono gli effetti ma non ne conoscono le cause. Un po’ come concentrarsi sui sintomi di una malattia senza indagare cosa li provochi.

Consapevolezza finanziaria significa capire quali siano i miei punti di forza o di debolezza nel rapporto con il denaro e prendersi la responsabilità che la propria situazione è solo il risultato di ciò che hai fatto o non hai fatto finora.

Possiamo avere condizioni di nascita ottimali, oppure no. Sono infinite le storie di chi da famiglie povere ottiene grandissimi riscatti sociali ed economici, così come sono numerose le storie di perdita di patrimoni immensi.

Se c’è un avversario in questo gioco è da ricercare dentro di te.

Per cominciare potrebbe esserti utile chiederti:

  • Se ti dovessi dare un voto da 1 a 10 su come pensi di stare economicamente che voto di daresti?
  • Cosa potresti fare per stare meglio?

2. Pensare che il problema sia “guadagno troppo poco”.

Un errore tipico se sei infelice finanziariamente è quello di pensare “guadagno troppo poco”.

Non che il reddito non sia importante. Lo è. È indubbio che con poco si riesce a fare poco. E se effettivamente il tuo reddito è basso dovresti interrogarti su quali competenze puoi sviluppare per poter ottenere un vantaggio economico.

E, a parità di competenze, dovresti interrogarti su come ti vendi, che valore ti dai, e se hai mai chiesto un aumento o preteso un guadagno maggiore.

Dirsi solo “guadagno troppo poco” è un errore perché il vero problema non è quasi mai l’ammontare delle entrate, ma quello delle uscite.

L’idea che i problemi finanziari spariranno quando aumenterà il reddito, non risolve i problemi.

Li risolve solo se in contemporanea sistemi il resto: ovvero una corretta e sana gestione del denaro e della psicologia finanziaria.

Nella psicologia spesso ci sono conflitti. C’è ad esempio chi si vuole disfare del denaro perché pensa che il denaro renda cattive persone, oppure non chiede il dovuto per il proprio lavoro perché non sente di meritarlo.

3. Mancanza di controllo.

Strettamente legato al problema precedente uno degli errori più comuni che portano dritti dritti all’infelicità finanziaria è la mancanza di controllo.

Non parlo solo di monitorare le spese e quindi sapere esattamente dove fa a finire il denaro che guadagni. Parlo anche di controllo sui propri investimenti.

Hai il controllo dei tuoi numeri?

Quando i nostri genitori percepivano gli stipendi in contanti, suddividevano l’incasso in varie parti dando di fatto un nome ai soldi: questi per l’affitto, tanto per mangiare, una quota per il mantenimento dei figli e poco o nulla per divertimenti e svago.

È vero che era una generazione meno sottoposta ai continui stimoli pubblicitari che creano desideri più che veri bisogni.

L’uso del denaro elettronico favorisce la perdita di controllo.

Per questo è ancora più importante avere un sistema di tracciamento di tutte le spese e ancor di più un piano strategico che faccia lavorare i tuoi risparmi per te.

Entrambi gli aspetti sono il punto di partenza per costruire una buona INTELLIGENZA FINANZIARIA.

4. Vulnerabilità reddituale.

Il tuo reddito è ragionevolmente sicuro?

Non parlo di avere un contratto a tempo indeterminato o no. Anche il lavoro dipendente non ha più quelle garanzie di stabilità che gli attribuivano i nostri genitori e nemmeno dell’avanzare della robotica.

Ogni periodo storico prevede il declino di alcune competenze lavorative e la nascita di nuove.

Se il tuo lavoro e quindi le tue entrare sono a rischio, chiediti da chi o cosa dipende quella vulnerabilità? Dipende dal settore, dall’azienda in cui lavoro o da cosa?

Quanti fonti di reddito hai?

Puntare tutto su un’unica fonte di reddito come, ad esempio, il lavoro autonomo o dipendente è spesso un errore perché ci rendiamo vulnerabili.

La strada per uscire dall’infelicità finanziaria prevede di costruire più entrate meglio se passive. Quelle che a INTELLIGENZA FINANZIARIA chiamiamo acquedotti anche se non è detto che tutte saranno fruttuose o che resteranno le stesse per tutta la tua vita.

5. Un euro non vale un euro.

Quanto vale un euro?

A seconda che io incassi un euro da lavoro autonomo o da dipendente il valore di quell’euro è ben diverso.

Al netto di costi e tasse quanto mi rimane?

Se invece risparmio un euro da una spesa qualunque quell’euro ha un valore pieno.

Te lo spiega in dettaglio Roberto in questo video:

6. Pensare che investire sia una cosa complicata.

Un ultimo errore che apre la porta all’infelicità finanziaria e pensare che gli investimenti finanziari siano complicati.

Farci credere che la finanza fosse troppo difficile per occuparsene ha fatto il gioco delle Banche che hanno l’obiettivo di vendere principalmente i propri prodotti carichi di commissioni.

Spesso i consulenti in banca non sono che venditori di prodotti finanziari preconfezionati.

Basta formarsi anche poco come i tre giorni di INTELLIGENZA FINANZIARIA per capire che nessuno può avere a cuore la redditività del nostro denaro quanto noi.

Acquisire le competenze per imparare a investire in autonomia i propri risparmio è una forma di difesa, dall’inflazione e da costi inutili.

Non serve sapere tutto, ma se si vuole lasciare la strada dell’infelicità finanziaria, evitare questi 6 errori ti permette di voltare pagina.

* Il Blog Post è sfacciatamente ispirato alla diretta GUIDA SEMISERIA ALL’INFELICITÀ FINANZIARIA tenuta da Roberto Pesce nella Community di EDUCAZIONE FINANZIARIA EFFICACE. Mi assumo la piena responsabilità della deriva nella metafora letteraria. 

Giorgia Ferrari 

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