La mente è al di sopra del denaro?

Denaro-MenteHo letto tempo fa un episodio legato a una grandissima quantità di denaro che mi ha turbata e sorpresa.

La sera del 23 agosto 1994 sull’isola di Jura, al largo della Scozia, sono state letteralmente bruciate un milione di sterline in biglietti da cinquanta. 

Per completare il rogo ci sono voluti 67 minuti.

Poco più di un’ora per mandare in fumo una piccola fortuna.

A peggiorare le cose basta pensare che non si è trattato di un incendio accidentale in chissà quale caveau mal custodito. Chi ha dato fuoco a tutti quei soldi l’ha fatto volontariamente! 

I due responsabili sono Bill Drummond e Jimmy Cauty membri del gruppo musicale KLF che agli inizi degli anni ’90 ha riscosso un certo successo grazie a brani dance.

I due uomini volevano realizzare un “gesto artistico concettuale” di superiorità al denaro guadagnato. Inizialmente avrebbero voluto creare una scultura fatta di banconote, ma non trovarono nessuna galleria disponibile a esporre un’opera realizzata con un milione di sterline e, da qui, la decisione di bruciarle.

Se come me stenti a credere a questa storia, puoi vedere il video che immortala l’impresa: 

I due protagonisti volevano fare un atto simbolico di superiorità ma ottennero una reazione che non avevano previsto o, voglio sperare, avevano previsto solo in parte. Quel gesto scatenò nella gente un’ondata di rabbia e odio profondo nei loro confronti.

A distanza di anni da quell’episodio, e in parecchie successive interviste, i due autori non sono mai riusciti in maniera convincente a rispondere al “perché l’avete fatto?” In qualche occasione appaiono persi e forse pentiti, in altre sostengono di non aver distrutto nulla se non un mucchio di carta. 

Ma da cosa deriva esattamente la rabbia di chi assiste a tanto spreco e che probabilmente ha assalito anche te nel vedere le immagini? 

Il risentimento deriva dal fatto che, per tutti noi, quel denaro in sé non è solo un mucchio di carta che brucia come dicono i due autori del gesto, ma quei soldi rappresentano una possibilità.

Una possibilità di cibo, di sicurezza, di istruzione, di realizzazione che è venuta a mancare ad altri.  

Quindi la questione non è tanto che i signori Drummond e Cauty fossero più poveri di un milione di sterline, ma che siano andate perse le potenzialità che quel denaro avrebbe avuto per altre persone. 

In questo punto risiede tutto il potere che ha il denaro sulle nostre menti. Abbiamo infuso a un pezzo di carta, di metallo o a delle cifre su uno schermo, l’aspettativa di moltissime cose che per noi sono di decisiva importanza. 

L’aspettativa, sommata alla fiducia che il denaro possa rendere reali quelle cose, attribuiscono a quel pezzo di carta il grande potere di essere, in tantissime occasioni, al di sopra della nostra mente. 

Forse anche al di sopra delle menti di Drummond e Cauty che in quell’azione gli hanno involontariamente attribuito ancora più significato e valore.

Gli effetti del denaro

Recenti studi dimostrano che, nella nostra società, il denaro funziona come una droga, non in senso chimico ma a livello psicologico.

Quando ti godi una tavoletta di cioccolata o un buon bicchiere di vino si attiva nel cervello un meccanismo di ricompensa che emette dopamina, l’ormone del piacere. Per fortuna si produce dopamina anche facendo sport o sesso, non solo introducendo sostanze.

Ma il nostro cervello la produce anche quando ci viene dato del denaro in qualunque sua forma. 

C’è chi afferma che il denaro non esiste da abbastanza tempo in termini evolutivi da aver permesso all’uomo lo sviluppo di uno specifico sistema neurale in grado di gestirlo.

Che lo si analizzi come una droga o che lo si tratti come un oggetto a cui mostrarsi superiori, credo che la realtà sia più complicata di così. 

Il denaro ha effetto sul nostro modo di pensare, sui sentimenti, sulle nostre scelte e l’insieme di tutte queste dimensioni, unita all’educazione ricevuta e alle convenzioni sociali per ciascuno di noi si traduce in una miscela di convinzioni e comportamenti diversi a volte anche stravaganti.

Compito dell’educazioni finanziaria perciò non è solo quello di fornire mezzi e strumenti di conoscenza per una sana gestione e crescita delle proprie finanze personali ma, nel fare questo, ridimensionare l’enorme potere che la nostra mente ha attribuito ai soldi.

Nei prossimi mesi, per quanto ci riguarda, da questo Blog e in vari altri canali, partirà una massiccia campagna di educazione finanziaria gratuita che ci auguriamo arrivi a più persone possibile. 

Se domenica prossima, 3 febbraio, sarai presente al Teatro Dal Verme a Milano sentirai Roberto Pesce lanciare questa iniziativa dal palco del Beautiful Day.

Se no, dalla prossima settimana, troverai tutte le indicazioni su questo Blog, sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram.

Continua a seguirci, commentare e a condividere tutto quello che trovi utile e interessante per te e per gli altri; noi, come si dice in questi casi, stiamo lavorando per voi.

Giorgia Ferrari 

4 commenti

  1. Massimiliano Trazzi

    5 anni fa  

    Che bell’articolo Giorgia.
    m


    • Giorgia Ferrari

      5 anni fa  

      Grazie Max!

      Gio


  2. Andrea G.

    5 anni fa  

    Ciao Giorgia, sì! Bell’articolo e che fa riflettere.
    Forse stiamo attribuendo troppo valore a quel numerino/pezzo di carta perché, oltre alla potenziale possibilità che offre, lo si lega indissolubilmente al tempo! “per guadagnare X ci metterei Y mesi” e di conseguenza ci si sente frustrati.
    Tutti, in qualsiasi modo, dovrebbero avere del cash flow automatico.
    In questa maniera si scioglierebbe piano piano questa fusione psicologica soldi/tempo e, di conseguenza, ne gioveremmo tutti in salute.
    Una buona vita!

    p.s. Aspettati a breve le foto che ho fatto *_* 🙂


    • Giorgia Ferrari

      5 anni fa  

      Ciao Andrea,
      dici una cosa molto vera: c’è una grande frustrazione che deriva dall’equazione denaro per tempo lavorato.
      D’altra parte la realtà è fatta di persone che non conoscono alternative a questo modello, sia per effettive necessità finanziarie che per mancanza di cultura.
      Far lavorare il denaro per noi anziché lavorare noi per il denaro, per tanti rimarrà sempre e soltanto una frase vuota di contenuti, uno slogan, fino a quando un giorno, magari frequentando un corso, qualcuno inizia a riempirla di possibilità e la traduce in piccoli o grandi miglioramenti.
      Come è successo a te 😉
      Attendo curiosa le foto!

      Gio


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