Chi inizia a investire in autonomia spesso commette errori evitabili. Questo articolo spiega i 7 errori più gravi e come evitarli, con una checklist finale per partire con il piede giusto.
Hai messo da parte 20, 30, 50 mila euro o più, hai capito che lasciarli sul conto è come vederli erodere lentamente dall’inflazione.
E stai finalmente pensando di iniziare a investire in autonomia, senza affidarti a consigli interessati o al sentito dire. Bene.
Il mondo degli investimenti non è complicato come vogliono farti credere… soprattutto se c’è chi riesce a spiegartelo in modo semplice, ma… (c’è sempre un ma) non è da sottovalutare, né così semplice da improvvisare.
In particolare, ci sono 7 errori comuni ma potenzialmente disastrosi che si rischia di fare quando da principiante si inizia a investire in autonomia.
Leggi anche: Come investire in autonomia: guida semplice per iniziare
Visto che non vogliamo compromettere i risparmi accumulati ancora prima di iniziare davvero, ecco cosa dovresti evitare.
Errore 1: Investire tutto subito, senza un piano
Il primo errore è tra i più frequenti: “Ho 30.000 euro, dove li metto?”.
La risposta giusta non è “subito in X”.
Quando investi tutto in un solo colpo – magari in un momento di mercato favorevole – stai scommettendo sul tempo. E se sbagli?
C’è un’alternativa semplice, concreta, replicabile: il PAC (Piano di Accumulo) o il piano a due velocità, dove una parte viene investita subito, e il resto diluito nel tempo.
Questi strumenti ti aiutano a:
- Entrare gradualmente sul mercato
- Ridurre il rischio di prendere tutto al “momento sbagliato”
- Iniziare subito, senza aspettare una fantomatica finestra perfetta
Errore 2: Copiare senza capire
Hai visto un portafoglio online che promette il 10% annuo?
Oppure un influencer che condivide i suoi ETF preferiti?
Fermati un secondo.
Copiare strategie di investimento senza capirne la logica è come indossare scarpe non tue per correre una maratona. Magari vanno bene… ma magari no e ne paghi le conseguenze a lungo.
Ogni portafoglio che costruisci può essere sì guidato nella scelta ma deve nascere da tre valutazioni che sono esclusivamente tue:
- Il tuo profilo di rischio
- Il tuo obiettivo (reddito, crescita, diversificazione, protezione…)
- Il tuo orizzonte temporale
E naturalmente il mix delle tre cose.
Se ti mancano questi elementi, la strategia non ti regge addosso, ovvero non sarà sostenibile per te quando il mercato scende, né ti premierà in modo coerente nel tempo.
Errore 3: Non diversificare
Chi inizia spesso si innamora di uno o due strumenti. Magari l’ETF S&P 500, magari un singolo settore o l’azione di cui tutti parlano.
Ma anche se hai scelto ETF e strumenti di qualità, la concentrazione è sempre un rischio.
Un portafoglio intelligente deve avere:
- Esposizione a più mercati (USA, Europa, Emergenti…)
- Diversificazione tra azioni e obbligazioni (anche se minima)
- Capacità di assorbire gli urti in diverse fasi di mercato
In sintesi: deve garantirti più protezione e meno ansia.
Errore 4: Agire sull’onda emotiva
Euforia e panico sono nemici giurati dell’investitore.
Chi investe da solo, senza un sistema o un metodo, è spesso vittima di reazioni impulsive.
Alcuni esempi tipici:
- “L’indice è salito tanto, entro anche io!” (…magari sul massimo)
- “Sta scendendo, meglio vendere tutto!” (…magari sul minimo)
Serve una strategia che tenga conto delle emozioni, non solo dei numeri.
È per questo che insistiamo tanto sull’importanza di una psicologia finanziaria solida.
Errore 5: Confondere trading e investimento
Investire non vuol dire “comprare e vendere spesso”.
Non stai facendo un gioco, stai costruendo un futuro.
Chi inizia a investire da solo tende a:
- Fare troppi movimenti
- Controllare l’andamento ogni giorno
- Voler sempre “correggere” o “ottimizzare” il portafoglio
Il risultato? Ansia, errori, costi inutili.
Un investimento efficace è noioso, regolare, misurato. E proprio per questo funziona!
Errore 6: Voler sapere tutto prima di iniziare
L’altro grande blocco, spesso invisibile, è quello della sindrome del “non ne so abbastanza”.
Lo riconosci da frasi tipo:
- “Prima voglio studiare ancora un po’…”
- “Appena ho capito meglio le obbligazioni, poi inizio…”
- “Mi guardo qualche video in più…”
In realtà, chi inizia davvero non lo fa perché ha tutte le risposte, ma perché ha una guida e una struttura.
Ricorda: il vero apprendimento avviene facendo, non solo leggendo.
Inizia in piccolo, ma inizia. E fallo con metodo.
Errore 7: Ignorare i costi (e le commissioni nascoste)
Uno degli errori più subdoli è quello di sottovalutare l’impatto dei costi: sembrano piccoli, ma nel lungo periodo erodono i rendimenti.
Chi inizia a investire spesso:
Usa piattaforme con commissioni elevate
Compra fondi attivi con costi di gestione altissimi
Non considera lo spread o le commissioni di cambio valuta
Esempio concreto: un fondo con commissioni del 2% annuo può farti perdere decine di migliaia di euro in 20 anni rispetto a un ETF con costi sotto lo 0,2%.
Quindi, prima di investire, chiediti sempre:
Il guadagno non dipende solo da quanto cresce il tuo investimento, ma da quanto riesci a trattenere.
Checklist per iniziare con il piede giusto
Prima di muovere il primo euro, assicurati di poter rispondere “sì” a queste domande:
✅ Ho definito i miei obiettivi di investimento?
✅ Ho un piano (PAC o altro) per entrare gradualmente?
✅ So qual è il mio profilo di rischio?
✅ Ho costruito un portafoglio diversificato?
✅ Ho una strategia semplice e replicabile?
✅ So cosa fare se i mercati scendono?
✅ Sono pronto a restare investito almeno 5 anni?
Se hai risparmi fermi e senti che è arrivato il momento di farli lavorare per te — con la testa, non con l’istinto — non iniziare a caso.
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Giorgia Ferrari