
Crisi o Opportunità? La Mentalità Finanziaria che cambia tutto
Nei momenti di incertezza, la differenza non la fa il contesto, ma l’atteggiamento con cui lo attraversiamo.
Questo articolo parla di mentalità finanziaria, di percezione, di scelte.
Sono un Financial Coach.
Grazie all'Intelligenza Finanziaria,
aiuto le persone a essere Finanziariamente Libere.
Oggi condivido sul nostro Blog, una storia di Criptovalute e Libertà finanziaria.
Ovvero, l’intervista integrale che Gianluca Pepe ha rilasciato all’interno della Community di EDUCAZIONE FINANZIARIA EFFICACE al direttore Gian Paolo Lodi.
Inutile che stiamo a raccontarcela, il mondo delle criptovalute è, e sempre sarà, divisivo.
Dall’idolatria alla negazione, gli ultimi 10 anni ci hanno mostrato il meglio e il peggio su come approcciare un argomento tanto affascinante quanto complesso.
Da parte nostra c’è sempre stato un approccio “agnostico”, riconoscendo a Bitcoin e Ethereum in particolare, un possibile ruolo all’interno di un portafoglio da Investitore, con un occhio attento (come sempre del resto) alla gestione del rischio.
Nessuna guerra di religione quindi, se il mercato offre opportunità, cerchiamo di coglierle, con equilibrio e buon senso.
L’approccio da “buon padre di famiglia” ci ha condotto a considerare esposizioni attorno al 3% del patrimonio investito, per limitare i drawdown durante gli anni più ballerini ma per godere allo stesso tempo delle run al rialzo, figlie della volatilità di questo asset.
Ma è l’unica via?
Non siamo portatori del pensiero unico, anzi. L’obiettivo è continuare a crescere attraverso il confronto, per fare scelte libere, consapevoli e (SEMPRE, MI RACCOMANDO) responsabili.
Per questo motivo ho chiesto a Gianluca Pepe, uno dei nostri Senior Coach, certamente il più esperto e “longevo” investitore in criptovalute che conosco, di raccontarci la sua storia e capire come ragiona un Crypto Investor
Ciao Gianluca e grazie della disponibilità!
Raccontaci dei tuoi inizi, come sei entrato in questo mondo e cosa ti ha convinto a investirci.
Ho iniziato a investire in Bitcoin nell’estate del 2013, all’epoca era praticamente l’unica cryptovaluta esistente.
Decisi di iniziare dopo averne studiato approfonditamente i fondamentali, le basi, i motivi per i quali era molto probabile che il suo valore aumentasse esponenzialmente nel tempo.
Capii che prima ancora di essere un asset su cui fare profitti era uno strumento di libertà, inarrestabile e impignorabile, che garantiva anche a persone che per un motivo o per un altro erano tagliate fuori dal sistema bancario (come per esempio il giornalista Julian Assange) di poter ricevere denaro e farci affidamento nel tempo, senza lo spauracchio di possibili prelievi forzosi da parte del governo.
Iniziai a partecipare a eventi legati a questo mondo, ricordo che il primo fu il Bitcoin Summit del 2014, per il quale dovetti andare fino in Svizzera perché all’epoca in Italia non c’era quasi nulla del genere.
Molte delle persone con cui parlo mi considerano uno dei primissimi investitori ad averci creduto, ma in realtà è vero solo in parte: Bitcoin nasce nel 2009, quando l’ho conosciuto io aveva già qualche anno alle spalle, anche se bisogna dire che in effetti fino a quel momento era stato appannaggio solo di “nerd” informatici che lo acquisivano principalmente producendolo direttamente dal proprio computer di casa.
Sei rimasto fedele al progetto di partenza o negli anni hai cambiato strategia su questo asset?
Inizialmente mi limitai ad acquistarne una piccola quantità presso Therock Trading, mitico Exchange italiano recentemente fallito che molti early adopters italiani utilizzavano.
Successivamente scoprii che anziché acquistare Bitcoin esisteva la possibilità di produrli, e facendolo “a livello industriale” poteva esserci un grosso vantaggio esattamente come quando si acquista qualcosa direttamente dal produttore anziché al supermercato.
Fu così che iniziai un lunghissimo studio del “Mining in cloud”, così si chiama questo mondo, particolarmente complicato dal fatto che all’epoca il 95% delle società che offrivano questo servizio erano vere e proprie truffe, o nel migliore dei casi realtà che si tenevano la maggior parte dei profitti lasciando all’investitore solo le briciole.
Dopo mesi di ricerche trovai finalmente un’azienda di Mining seria, volai a Londra per stringere con loro un accordo di collaborazione e una volta fatto creai il mio primo “gruppo di acquisto” con le persone a me più vicine, per sfruttare insieme questa possibilità e ottenere prezzi ancora più scontati grazie alla partecipazione di più persone.
Quel primo round di investimento fu incredibilmente profittevole.
Ce ne furono altri successivi, ognuno durava mediamente 2 anni, poi purtroppo l’azienda chiuse i battenti e i tentativi di replicare questo successo con altri fornitori ebbe risultati altalenanti: a volte molto positivi, a volte poco significativi e altre addirittura leggermente negativi, in base al momento storico di inizio del contratto e al prezzo pagato.
Come hai vissuto emotivamente i momenti di euforia e quelli in cui sembrava “finita la festa”? Le persone attorno a te hanno modificato il loro atteggiamento nei tuoi confronti?
Conoscendo a livello profondo le “fondamenta” di Bitcoin, devo dire che non c’è mai stato un momento in cui ho pensato che fosse finita la festa, neppure per un secondo.
Al contrario, i momenti di euforia sono stati “inebrianti”.
Ricordo come fosse ieri il mese di dicembre 2017, ero a Dubai per la prima volta e proprio mentre salivo sul Burj Khalifa non riuscivo a distogliere lo sguardo dal grafico di Bitcoin, che saliva in maniera esponenziale creando una forma molto simile al palazzo in cui mi trovavo!
Quella settimana si chiuse con un 30% di profitto, seguita da un +29% la settimana successiva che fu anche quella del All Time High di quel ciclo.
Le persone hanno certamente modificato il loro atteggiamento nei miei confronti col passare degli anni, con mia grande soddisfazione.
A quali fonti informative ti affidi per restare aggiornato sul mondo blockchain/Bitcoin/ecc. ?
Principalmente a canali Youtube italiani, ce ne sono tantissimi e col passare degli anni ne ho selezionati due che ritengo particolarmente affidabili e seri (ma non seriosi, soprattutto il primo):
Cosa ne pensi della recente approvazione della SEC sugli ETF di Bitcoin e più in generale su come la Finanza “tradizionale” stia digerendo una cosa a lei così indigesta fino a poco tempo fa?
Ritengo l’approvazione dell’ETF Spot su Bitcoin la più grande rivoluzione da quando Bitcoin è nato.
Nelle ultime settimane stiamo assistendo a incredibili afflussi di capitali dal mondo istituzionale, qualcosa di mai visto prima e neanche lontanamente immaginabile in quanto a portata.
Quello su Bitcoin è già diventato l’ETF di maggior successo nella storia, con afflussi record di nuovi capitali parte dei quali “rubati” agli ETF su Oro, che sta vivendo cali importanti giorno dopo giorno (NB -> Anche Oro è salito tanto nell’ultimo mese, Gianluca si riferisce alle variazioni dei flussi sui rispettivi ETF).
Alcuni analisti ritengono – e anche se non abbiamo ancora dati sufficienti sono incline a pensarla allo stesso modo – che quello che stiamo vivendo in queste settimane sia solo la punta di un iceberg immenso, che porterà nel settore talmente tanto denaro di nuovi investitori da riuscire addirittura a modificare per sempre il tipico ciclo di 4 anni.
Fino ad oggi, Bitcoin ha sempre registrato un aumento pazzesco (5x/10x) per 3 anni su 4, per poi vedere ridotto il suo prezzo del 70% il quarto anno (sempre rispetto al massimo raggiunto eh, con un risultato comunque estremamente positivo rispetto al ciclo precedente).
Citando la parola che hai usato, credo che per la finanza tradizionale Bitcoin fosse “indigesto” unicamente perché portava fuori dalle gestioni patrimoniali capitali importanti su cui i fondi non potevano di conseguenza marginare.
Adesso che hanno lo strumento per farlo, e visto che sempre più investitori retail lo chiedono, pare che Bitcoin sia diventato improvvisamente il miglior amico dei gestori patrimoniali!
Pensi che per l’investitore Retail abbia ancora senso oggi investire una % del suo patrimonio su questi asset o il treno è già passato?
Penso che oggi abbia ancora più senso di prima, e che il treno sia tutto tranne che già passato.
Dico che ha ancora più senso perché fino a due mesi fa Bitcoin poteva essere percepito dal grande pubblico generalista come esageratamente rischioso, quasi illegale e comunque poco etico, grazie alla stampa mainstream che ha sempre fatto di tutto per demonizzarlo in tutti i modi difendendo gli interessi istituzionali…
…adesso che però sono proprio gli istituzionali che ci si stanno buttando a capofitto, e che a breve anche un piccolo risparmiatore in pensione se lo vedrà proporre dal consulente finanziario della sua banca di provincia, ha ancora più senso perché davvero non si può più parlare di rischi.
L’unico rischio è starne fuori.
Facendo sempre attenzione alla grande volatilità ovviamente, che però è una caratteristica, non un rischio.
Consapevoli che non hai la sfera di cristallo quale visione futura hai sulla tecnologia a monte e sulla moneta? Sono cambiati gli scenari da quando sei partito tanti anni fa?
La tecnologia, citando un classico modo di dire anglosassone, “è qui per restare”.
È qualcosa che cambierà il nostro mondo radicalmente, esattamente come lo ha cambiato l’avvento di Internet; siamo solo agli inizi, per chi non è dentro a questo settore è ancora complicato rendersene conto.
Per quanto riguarda la moneta ritengo che nel giro di qualche anno, pochi, la vedremo arrivare a prezzi che oggi ci sembrano totalmente inimmaginabili.
Arrivo a dire che il mondo crypto, per chi sceglie di cavalcarlo anziché rimanerne fuori, è la più grande e veloce forma di “arricchimento democratico” della storia dell’umanità.
Democratico perché ha già creato migliaia di nuovi milionari in tutto il mondo, ed è uno strumento accessibile davvero a chiunque…a partire dai milioni di persone che vivono nei paesi più poveri del mondo e non hanno accesso a un conto bancario tradizionale perché le banche non li accettano come clienti.
Rispetto a quando sono partito io, lo scenario è cambiato completamente.
Nel 2013 esisteva praticamente solo Bitcoin, mentre oggi esistono più di 23.000 crypto diverse… e ogni mese ne nascono centinaia di nuove, è diventato umanamente impossibile studiarle tutte per capire quali schizzeranno “To the moon”, come amano dire i crypto-investitori più giovani, o al contrario falliranno miseramente.
Il Bitcoin, sebbene utilizzabile come moneta in alcuni paesi, sembra aver perduto smalto su questo fronte, acquisendo maggiore interesse sul concetto di riserva di valore. Credi che una volta minati tutti i 21 milioni di Bitcoin previsti dal progetto iniziale la moneta digitale diverrà più stabile e fruibile?
La stabilità del prezzo non ha a che fare con i Bitcoin che ancora rimangono da minare (gli ultimi verranno prodotti nel 2140, non li vedremo né noi né i nostri figli…) ma con la volatilità del prezzo che lo rende inadeguato alle spese ordinarie.
Se aggiungiamo che viene ormai visto come riserva di valore, sempre più persone sceglieranno di non utilizzarlo per spenderlo ma di conservarlo, confidando in un apprezzamento continuo.
Esattamente ciò che è avvenuto con le monete d’oro: secoli fa si usavano per acquistare beni o servizi, oggi l’oro è custodito in luoghi sicuri come investimento.
***
Che dire, se non grazie Gianluca!È sempre un piacere potersi confrontare con chi si sporca le mani davvero.
Ovviamente Gianluca è anche un Senior Coach oltre che un crypto Investor, e chi sarà presente alla prossima edizione di Intelligenza Finanziaria (23-24-25 Maggio a Reggio Emilia) potrà conoscerlo di persona.
E al di là della personale propensione al rischio, cerchiamo di cogliere anche gli aspetti umani di una storia come questa:
Indipendentemente dall’asset di cui si parli, credo sia un bell’insegnamento !
Gian Paolo Lodi
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