Investire negli studi (propri o dei figli) è un sacrificio inutile?

investire-studiAlcuni giorni fa un inserto del Corriere della Sera online pubblicava un articolo a firma Giovanna Pezzuoli secondo il quale investire negli studi dei figli risulterebbe un sacrificio perlopiù inutile (CLICCA QUA per leggere l’articolo originale).

La cosa ha attirato la mia attenzione anche perché ne è seguito un dibattito abbastanza interessante ancorché minimalista sulle pagine di Facebook, dibattito nel quale sono stato coinvolto un po’ a forza.

In effetti il tema è interessante anche perché si pone nel filone del rimettere in discussione molti dei paletti ideologici con cui sono cresciute tutte le generazioni dal secondo dopoguerra ad oggi, dal “mito del posto fisso” a quello dell’importanza della pensione.

Rimanendo sul tema degli studi, e allargandolo anche agli studi personali e non solo a quelli dei figli, credo che la domanda sia molto importante: “Vale la pena dedicarvi ingenti e importanti risorse di tempo e denaro?

La prima considerazione che mi viene in mente al proposito è che occorra definire per bene di quali tipi di studi si stia parlando e per quali prospettive possano considerarsi utili piuttosto che inutili.

In effetti la giornalista del Corriere non allarga molto il campo riferendosi esclusivamente agli studi universitari canonici e alle prospettive da lavoro dipendente e devo dire che, se ci limitiamo a questo ambito, le conclusioni appaiono tutto tranne che sorprendenti anzi, a dire il vero, tutto ciò sa un pò di scoperta dell’acqua calda.

Che una laurea (soprattutto se una laurea di quelle “minori” e più generaliste ma il discorso vale in parte anche per le più prestigiose ingegneria, medicina, giurisprudenza & C.) non garantisca di per sé un buon posto di lavoro mi sembra tutto tranne che un discorso nuovo ma anche francamente un concetto parecchio ovvio. Basta fare un semplice ragionamento in termini di domanda-offerta e, verificato che esiste una sovrabbondanza di laureati rispetto alla necessità presente sul mondo del lavoro, la conclusione appare scontata.

Ciò detto, penso che sparare ad alzo zero sull’inutilità degli studi generalizzando il concetto sia in sè tanto sbagliato quanto pericoloso.

È sbagliato perché studiare e formarsi sono assolutamente fatti importanti e che continuano a fare una grande differenza nella vita, nel mondo del lavoro ed in relazione al proprio successo economico.

È pericoloso perché preso così com’è non presenta ai giovani e alle famiglie un’alternativa potenziante a quanto si va demonizzando.

La conoscenza, la cultura e il saperesono, in generale, sempre utili e importanti.

Incidono sull’ampiezza della propria capacità di esprimersi in più ambiti e, fattore non secondario, sull’autostima, sulla propria fiducia in se stessi e sull’immagine nei confronti degli altri.

Il sillogismo di Giovanna Pezzuoli secondo il quale visto che tra due sorelle gemelle di cui la prima, non laureata, ha molto più successo nel lavoro della seconda allora ciò significa ipso facto che gli studi universitari siano totalmente inutili se non persino dannosi mi sembra suoni molto della serie: “Mio nonno fuma, il treno fuma, mio nonno è un treno!!!

Insomma, penso si possa anche essere tutti d’accordo sul fatto che:

  1. una laurea di per sé non sia garanzia di ottenere un posto di lavoro
  2. i piani di studi universitari e, aggiungerei, anche i metri di giudizio per il superamento degli esami e per il conseguimento della laurea (così come del diploma) andrebbero rivisti in maniera profonda

Tutto ciò detto, penso che l’accento più che sul demonizzare gli studi tradizionali vada posto sulla necessità di completarli con qualcosa che punti maggiormente sull’aspetto pragmatico e concreto così come sia importante ribadire che per avere successo e risultati nella vita occorra metterci del proprio in termini di carattere, impegno, disponibilità, creatività etc.

Ogni volta che ho chiesto a imprenditori o a chiunque fosse nella condizione di poter assumere del personale quali fossero le condizioni in presenza delle quali avrebbe assunto un nuovo elemento nel proprio team di lavoro a prescindere dalla necessità contingente, la risposta che ho ottenuto è stata immancabilmente sempre la stessa: “Assumerei in ogni istante una persona capace e motivata, in grado di fornire alla mia impresa e al mio business un contributo di valore e di valore superiore al costo che mi dovrei assumere per retribuirla!”

Certo, in un mondo ideale sarebbe una bellissima cosa che la formazione scolastica e universitaria lavorasse anche su questi aspetti caratteriali e di atteggiamento ma da che mondo è mondo questo tipo di contributo alla crescita personale lo si cerca e lo si trova essenzialmente in altri ambiti.

Fermando qua la mia argomentazione, mi piacerebbe coinvolgerti come lettore del blog e chiederti esplicitamente di esprimere un tuo parere in merito lascia un COMMENTO in calce all’articolo.

Cosa ne pensi? Gli studi sono davvero tempo e denaro buttati? Quali sono le tue opinioni sull’argomento? Quali le tue distinzioni? Quale la tua esperienza personale?

Mi raccomando, non tirarti indietro a dire la tua, il confronto e lo scambio di idee sono uno dei veicoli migliori per crescere ed espandere le proprie prospettive.

Aspetto il TUO COMMENTO, ci risentiamo più in basso.

Roberto Pesce

31 commenti

  1. Morsia Elena

    13 anni fa  

    Ciao Roberto,
    ti parlo della mia esperienza: dopo l’esame di maturità, superdelusa dalla mancanza di professionalità della commissione che mi sono trovata davanti, ho deciso in modo assolutamente determinato di non delegare più la mia preparazione al sistema scuola ma di occuparmene da sola. Ho detto quindi un secco NO all’università nonostante i miei rendimenti scolastici fossero sempre stati ottimi. Da allora non ho mai smesso di studiare, amo approfondire, documentarmi a 360 gradi. Da sempre appassionata delle lingue straniere me le sono studiate e imparate senza alcun problema investendo il mio denaro viaggiando anzichè nella scuola. Non me ne sono mai pentita. Mi è capitato di rapportarmi con persone di ogni genere e non mi è mai capitato di sentirmi a disagio o inferiore per il fatto di non possedere una laurea. Il denaro meglio speso per me, oggi come oggi, è quello che investo per i corsi di crescita personale e spirituale e, ovviamente, in libri.
    La mia risposta alla tua domanda quindi è questa: mille volte si al denaro speso per la nostra formazione e crescita e no per quello speso a tutti i costi nella scuola tradizionale così come è strutturata ora.
    Un abbraccio.
    Elena


  2. anna

    13 anni fa  

    Ciao Roberto , leggendo ciò che hai scritto mi vengono in mente le parole della mia prof di scienze quando ripeteva ” Ragazzi il Sapere è Potere . A quel tempo la mia adolescenza aveva la meglio sul buonsenso per cui non diedi molto valore a ciò . solo con l’esperienza ho appreso la validità di questo concetto . ho imparato quanto sia potente come risorsa possedere un ricco vocabolario tanto per fare un esempio sull’argomento. E’ come avere un intero arsenale di armi e munizioni a propria disposizione per difendersi da eventuali abusi . Quanto sia costruttivo coltivare la sana curiosità verso la conoscenza in ogni ambito. Quanta forza ti dà il Sapere !!!!!
    Per cui credo fermamente che qualsiasi cosa si apprenda , non sia mai inutile piuttosto c’è da chiedersi : che uso ne posso fare di questa informazione , come posso trasformarla da conoscenza a esperienza.
    Oggi come oggi faccio qualsiasi sacrificio per imparare , anche se questo mi porta a confrontarmi con le mie limitazioni , ma insisto perchè sono consapevole che solo la conoscenza può accrescere la mia Forza.

    Anna


  3. enrico

    13 anni fa  

    Caro ROberto,
    il denaro investito negli studi universitari è denaro buttato via inutilmente perchè poi dopo sei cistretto a fare lavori che nulla hanno a che spartire col titolo conseguito!Gli studi universitari possono andare bene per i “figli d’arte” cioè a chi ha il padre/madre avvocato, dentista, commercialista,ecc.ecc. che poi dopo gli passa studio e clienti ma negli altri casi nisba!


  4. Enzo

    13 anni fa  

    Sono discussioni, Roberto che quasi quotidianamente emergono tra le mie amicizie familiari.
    Partendo dal presupposto che “cultura” non significhi esclusivamente “laurea”, la difficoltà del genitore di oggi ( e, tua tra qualche anno ;-)) è proprio quella se insistere o meno su un percorso di laurea con i propri figli.
    Fino a poco tempo fa, il “ti devi laureare” faceva parte del bagaglio educativo-formativo di un genitore normale, sapendo di essere nel giusto e di aver assolto il proprio ruolo cardine…ma oggi?
    Certo, investire su se stessi, sulle proprie potenzialità ed aspettative è sacrosanto, ma sempre e solo nel rispetto dell’unicità di ogni individuo.


  5. Alessandro

    13 anni fa  

    Ciao Robi,
    sicuramente l’istruzione deve essere una cosa prioritaria per ogni individuo, indipendentemente che serva o meno per ottenere un posto di lavoro. Chiaro anche che essendo istruiti, dovrebbe essere più facile avere più richieste di assunzione, pero’ dipende molto dalla QUALITA’ di quello che si sa e penso anche che la scuola come é strutturata oggi non formi i giovani per come il mondo del lavoro richiede. Penso che tutti noi dovremmo studiare INTELLIGENTEMENTE e adeguarci in fretta a questo mondo che cambia dall’oggi al domani per farci trovare sempre pronti ad ogni evenienza.
    Saluti
    Alessandro


  6. Antonio

    13 anni fa  

    Ciao Roberto,
    secondo il mio parere laurearsi o perlomeno investire per la cultura dei propri figli è il dono più importante che un genitore può regalare ai propri figli. Adesso spiego anche il perchè: ad una Persona si possono togliere tutte le cose materiali, come in eventi eccezionali ,vedi terremoti, alluvioni, dissesti finanziari etc., ma il bagaglio culturale acquisito e la formazione ti rimarrà per sempre, puoi rimanere senza una casa, senza i tuoi averi ma hai sempre una mente che è allenata e troverà sempre qualcosa di positivo da cui ripartire e la cultura (il sapere,il conoscere,la sommatoria di esperienze passate) ti darà sempre una marcia in più, ti fa trovare la soluzione più adatta e/o in tempi più rapidi nelle avversità e nei problemi da affrontare quotidianamente. Ovviamente la cultura non equivale ad intelligenza che è caratteristica propria della persona (si può esserene più o meno dotati). Se però intelligenza e cultura si “sposano”, si coltivano allora il risultato fantastico. Altre cose importanti sono il coltivare la curiosità,la modestia(non sentirsi mai arrivati) e il rispetto (verso le persone, il mondo che ci circonda e che dobbiamo tramandare ai nostri figli e nuove generazioni.
    Passo alla mia esperienza, ho iniziato gli studi universitari in ing. elettronica , ho incominciato a lavorare prima di ultimare gli studi, con compiti di responsabilità ed organizzativi in una ditta che si occupava di elettronica (dalla costuzione dei circuiti integrati, il loro montaggio, la meccanica, Test Equipement per il settore spaziale,militare e commerciale). Ho deciso di completare gli studi e mi sono iscritto nel Diploma di Ing.Elettronica per arrivare ad un risultato certo. Dopo tre anni mi sono licenziato, solo così sono riuscito a sostenere gli ultimi due esami, la discussione della Tesi, preparare e sostenere l’esame di stato e conseguente iscrizione all’albo degli ingegneri, aperto la partita iva ed aprire uno studio di ingegneria in proprio ed a sposarmi. Attualemnte sono sei anni che ho aperto lo studio di ingegneria, ho una bella figlioletta.
    Morale: ho lasciato un lavoro stabile e sicuro,a tempo indeterminato, con incarichi di responsabilità per raggiungere un obiettivo e mettermi alla prova e dopo alcuni anni di stenti (periodo non ottimale per l’apertura di una nuova attività,beccata in pieno la crisi), preoccupazioni etc. ma adesso ho molta soddisfazione in nella mia attività di Cad-elettronico (sbroglio di circuiti elettronici)anche a livello Spaziale, mi sento libero anche se a livello economico non molto remunerativo (con tutte le spese, costi e tasse da pagare).
    Conclusioni: sarò eternamente grato ai miei genitori che mi hanno dato l’opportunità di raggiungere la laurea.
    Non mi sento mai appagato ed appena posso cerco, trovo, leggo, studio nuovi argomenti, desideroso sempre di imparare cose nuove e di far tesoro degli insegnamenti di qualsiasi persona che ha più esperienza e cognizioni di me a prescindere della sua cultura, ogni persona ha un suo vissuto e può insegnarci qualcosa che noi non conoscevamo o ignoravamo.
    Impariamo a vivere ogni giorno della nostra vita, in tutte se sue sfaccettature ed apprezzare l’immensità di ogni attimo, seppur breve.
    Saluti a tutti Antonio.


  7. Roberto Pesce

    13 anni fa  

    Mmm, dibattito apertissimo fino a questo punto e stanno anche emergendo alcuni distinguo importanti.

    Bene, bene, bene …

    Subito un sentito ringraziamento a chi ha già dato il proprio contributo alla discussione e forza ad esprimere la propria idea chi non ha ancora scritto niente!!!


  8. claudia

    13 anni fa  

    credo che con i figli sia importante sostenerli nelle loro scelte…e non nelle nostre!!!! Si perchè spesso si inducono i figli a fare quelle che sarebbero state le nostre scelte se “avessimo avuto le loro opportunità…ai miei tempi …ecc, ecc”
    Ogni persona , adulta o giovane che sia, deve fare la propria strada e per farla dovrebbe prima di tutto sapere ciò che desidera, ciò che la entusiasma, ciò che le riesce bene e facile… quella è la sua strada, per questo è al mondo! La scuola non ha, e del resto non riesce ad avere il compito di educare gli uomini e le donne di domani, da’ solo un contributo in informazioni e nozioni e la famiglia o altri adulti di riferimento, dovrebbe fare il resto, prima di tutto con l’esempio e quindi anche come genitori continuare a formarsi per il proprio lavoro, entusiasmarsi per nuovi progetti, infondere coraggio e ottimismo nei ragazzi. A mio parere è molto importante renderli responsabili della propria vita, coinvolgerli nella vita di famiglia, seguirli e sostenerli ma senza sostituirsi a loro, lasciandoli fare i propri errori in modo che possano sviluppare quella autostima e consapevolezza di se, e la capacità di risolvere le situazioni che ogni datore di lavoro cerca nelle persone che vuole assumere. Quindi se una persona sceglie di studiare è da sostenere a tutti i costi ma se è spinta per delle “frustrazioni” degli adulti, questo serve a poco… forse gioverebbe di più che l’adulto in questione si mettesse a completare ciò che gli sta a cuore e non ha potuto fare a suo tempo…NON è MAI TROPPO TARDI
    con affetto claudia


  9. Elisabetta

    13 anni fa  

    Ciao Roberto,
    personalmente sono molto favorevole a degli studi che permettano l’evoluzione a 360° della persona che decide di approfondire certi aspetti della sua vita. Molte cose sono cambiate a livello di società (e quindi di necessità) da quando, qualche anno fa, ho preso la mia bella Laurea in lingue straniere col max dei voti e parecchi mesi di permanenza a Londra e Parigi. Allora era praticamente un “must” essere Dr o Dr.a se provenivi da una famiglia di un certo tipo, come un segno distintivo. Oggi (e per fortuna !)le cose funzionano diversamente ed è diventato prioritario il contenuto di ciò che si fa e con che speito si fa. I corsi di formazione validi (che molti di noi adulti attuali sentiamo la forte necessità di frequentare per integrare le nostre conoscenze spesso diventate un po’ obsolete e insufficienti per l’adesso) sono a mio parere una vera manna dal cielo, una grande opportunità che ci viene offerta per imparare a vivere “meglio” e, se si desidera, poterlo trasferire agli altri. Io sono tra le persone che hanno tutta l’intenzione di insegnare al prossimo un livello di vita luminoso e ispirato tramite la propria luce e ispirazione. Se poi le mamme riescono a comprendere l’importanza dell’aprire questa strada ai propri figli alla fine della scuola, questo è davvero il massimo della vita! Vorrei quindi incoraggiare tutte le mamme a farci un pensierino …..
    Grazie Roberto e buon lavoro,
    Elisabetta


  10. leonardo

    13 anni fa  

    Ciao Roberto….penso che hai illustrato in maniera impeccabile i vari aspetti positivi e negativi..sull’argomento e mi trovi completamente d’accordo con te…non saprei cosa aggiungere se non il fatto che è INDISPENSABILE che studi non convenzionali che pero’ si dimostrino efficaci e funzionali debbano essere riconosciuti al pari di quelli convenzionali …perchè altrimenti si preclude la possibilità al lavoro di persone meritevoli mentre persone che hanno avuto carte piu’ favorevoli dalla vita possono avere strade ben spalancate senza fatica!!! A volte gli imprenditori dimenticano che anche loro avevano cominciato con la licenza media …ma forse non sono piu’ veri imprenditori…ma solo speculatori!!!


  11. Fab

    13 anni fa  

    Ciao Roberto,

    bel post! Complimenti!

    E allora inizio!

    “An investment in knowledge always pays the best interest” così diceva Benjanin Franklin agli albori della rivoluzione industriale in USA!!

    tradotto:

    “Un investimento in conoscenza paga sempre i migliori interessi”

    http://thinkexist.com/quotation/an_investment_in_knowledge_always_pays_the_best/161325.html

    http://it.wikipedia.org/wiki/Benjamin_Franklin

    Il suo bel faccio è stampato nella banconota da 100 $!!

    Ergo:

    figurarsi nella società attuale cosiddetta “Società della Conoscenza”!!

    Ma c’è un MA grosso quanto una casa!!

    L’attuale società della conoscenza può assorbire lavoratori della conoscenza ma solo fino a un certo punto e quindi questo è uno dei principali motivi per il quale si crea un mercato del lavoro a clessidra dove in alto ci sono creativi e professionisti e in basso camerieri, commessi, badanti, impegati call centre, ecc… Le posizioni intermedie tendono a scomparire!!

    Interessanti links a tale proposito:

    1) “Lavoratori dell’immateriale”:

    http://www.ilsole24ore.com/art/Newsletter2007/Tech24/Articoli/2008/2008_11_14/7_B_PRN.shtml

    2) “L’informatico e la badante. Professioni che partecipano al banchetto della globalizzazione e professioni che servono a tavola.”

    http://www.francoangeli.it/Ricerca/Scheda_Libro.asp?ID=15319

    In Italia questo discorso porta a risultati ancora più deleteri per tre motivi:

    1) L’università di massa con contenuti completamente scollegati dal mondo del lavoro non prepara minimamente e fa pochissima selezione per l’iscrizione ai vari corsi di laurea!! Ad esempio è totalmente inutile fare laurerare una marea di ingegneri se poi il lavoro di ingegnere vero e proprio lo vanno a fare una stretta minoranza, la stessa cosa dicasi per biologia e tante altre facoltà!!

    2) Le raccomandazioni praticate a vari livelli falsano molto il sistema universitario ( e quindi i baroni imperano!!) e il mercato del lavoro. E quindi del malfunzionamento del sistema educativo/formativo e del mercato del lavoro, alla classe dirigente del paese ( sindacati, politici, confindustria ) non importa minimamente un ficco secco ( solo tanti bla, bla.. che non hanno mai portato a nulla!!) perchè i loro figli, nipoti, amici e conoscenti se li sistemano come e quando vogliono!!

    3) L’Italia è da molti punti di vista un’economia in declino e quindi non ha bisogno di tutti sti lavoratori della conoscenza!!

    Basterebbero diplomati davvero competenti!! Ma siccome il diploma è diventato da molto tempo la scuola dell’obbligo ( una ciofeca totale!!) e allora tutti i casini vengono concentrati all’interno del sistema universitario!!

    Ieri notte, mi sono alzato all’improvviso e per caso ho acceso la tv e c’era un Prof. di Diritto Medioevale dell’Università Roma Tre che sulla Rai spiegava la sua inutile lezione!!!!

    E quindi la concomitanza di questi fattori porta a molte situazioni che definirle spiacevoli è un eufemismo!!

    Di seguito links a tale proposito:

    1) http://www.ilfattoquotidiano.it/category/archives/cervelli-in-fuga/

    2) http://www.corriere.it/cronache/11_marzo_28/teramo-calzolaio-laureato_893186ae-595c-11e0-bc5a-84b93b4dfe5d.shtml

    3)Laureata in biologia molecolare che prende meno di una cassiera:

    http://sitesearch.corriere.it/engineDocumentServlet.jsp?docUrl=/documenti_globnet5/mondo_corriere/Italians/2011/02/22/Siamo-un-Paese-in-larga-parte-ignorante_4e937dde-3dd9-11e0-8c41-24e78bec137b.xml&templateUrl=/motoriverticali/italians/risultato.jsp

    E comunuque che le società occidentali non possono assorbite tutti sti lavoratori della conoscenza è un trend noto e ciò avviene persino negli USA che è ancora la prima potenza economica al mondo e la società della conoscenza più avanzata al mondo!!

    Di seguito interessante articolo:

    “Studio Usa rivela il trend delle assunzioni fino al 2018:

    Giardinieri, muratori, cuochi
    le dieci professioni del futuro”

    http://www.repubblica.it/economia/2011/02/14/news/rampini_lavoro-12432901/

    Quindi figurarsi in Italia che siamo fra gli ultimi della UE per capacità di attrarre investimenti dall’estero e i tutti parametri socio economici non promettono niente di buono!!

    Ovviamente non bisogna disperare perchè:

    “Nel pieno delle difficoltà risiede l’occasione favorevole” by Albert Einstein!!

    Esempio pratico:

    ho un figlio e lo faccio studiare direttamente all’estero, apro un bed & breakfast all’estero, mi invento qualcosa di veramente originale in Italia, partecipo attivamenmte per cambiare le cose!!

    In quest’ultimo caso:

    http://www.facebook.com/MovimentoPropositivo

    Ognuno con la sua indole e la sua creatività si cercherà la strada più appropriata alle sue esigenze!!

    All the best!!

    Fab


  12. indidream

    13 anni fa  

    Ciao,
    lo studio è importantissimo.
    In Italia la scuola è vecchia.Le piccole aziende, che sono la maggior parte usano l’insegnamento vecchio. Chi vuole innovazione e progresso, và all’estero.
    Con una laurea, possiamo non frequentare più un posto che ci dà dei voti, mà l’insegnamento dovrebbe continuare tutta la vita.
    Ci si trova un posto di lavoro e si aspetta la pensione. Tutto quà.

    Ci dimentichiamo, che a “scuola” avevamo delle speranze.
    Dove sono finite?


  13. Ivan

    13 anni fa  

    Ciao Roberto,
    io credo che studiare sia importantissimo, personalmente dopo il diploma mi sono trovato ad un bivio : dover scegliere tra laurea in ingegneria e carriera militare, ho deciso di prendere la seconda ed ho fatto l’ufficiale nei paracadutisti solo che dopo un paio di anni ho capito che non era la mia strada per mille motivi che non sto qui ad elencare!
    Fortunatamente il mio diploma di tecnico elettronico con 60/60 (che negli anni novanta contava ancora …) mi ha permesso di trovare un lavoro come tecnico di laboratorio ma ad oggi mi trovo a dover confrontarmi con ingegneri e molte volte il “pezzo di carta” ha contato molto nelle decisioni altrui.
    Inoltre visto che ho due bimbe piccole tra qualche anno mi dovrò preoccupare della loro istruzione, io dirò loro di studiare o meglio di essere istruite in modo da poter parlare e confrontarsi con chiunque al di là della professione che poi decideranno di fare!!!


  14. Emanuele

    13 anni fa  

    Ciao Roberto,

    Penso che la scuola e lo studio siano importanti, ma così com’è, è obsoleta e indietro di 20 anni.
    Di fatto gli studenti quando terminano gli studi non soono preparati per il mondo del lavoro, si aspettano il posto fisso, ben retribuito e la carriera facile.
    Perchè questo è quello che gli hanno fatto credere… che con una laurea trovi un buon lavoro…
    Ha ragione Robert Kiyosaki in padre ricco padre povero quando dice che la scuola offre insegnamenti dell’era industriale,ma noi suamo entrati nell’era informatica.Per questo la scuola è rimasta indietro.
    La scuola non prepara le persone ad affrontare il futuro.
    la formazione direttamente ” sul campo” eo se si vuole ” di strada” è sicuramente più dura ma prepara di più e meglio.

    Emanuele


  15. Alice

    13 anni fa  

    Ciao Roberto,
    credo fermamente che lo studio, la conoscenza, siano fondamentali per lo sviluppo individuale e che meritino l’investimento di tempo e denaro, ne sono fermamente convinta. Personalmente ho abbandonato gli studi universitari quando mi è sorto il dubbio che l’enorme sacrificio economico che stavo sostenendo non ne valesse la pena, il livello di professionalità che avrei raggiunto grazie all’università che stavo frequentando non mi sembrava adeguato alle mie aspettative, e le prospettive per il futuro, in termini di sbocchi in vari ambiti professionali erano ristrette. Ho iniziato a lavorare con l’intento di accumulare soldi da investire in un percorso di studi più adeguato alle mie ambizioni, che mi offrisse una formazione migliore rispetto agli standard, al fine di garantirmi una più ampia possibilità di scegliere il mio futuro professionale. Per 7 anni ho lavorato ed acquisito competenza nel settore finanziario, esperienza che mi ha permesso di accedere e cambiare vari ambienti lavorativi senza fatica, il mio CV parlava per me. Qualche mese fa ho iniziato a cercare un nuovo posto di lavoro scegliendo di non appellarmi alle mie conoscenze nel settore, senza cioè offrire la mia disponibilità a strutture e persone che nel tempo avevano avuto modo di conoscere la mia professionalità e che mi avrebbero facilmente proposto delle opportunità; ho deciso di seguire un iter “normale” inviando CV ad aziende che non mi conoscono. Il risultato è stato che la mia esperienza non è stata sufficiente a colmare la lacuna della laurea. Le selezioni vengono fatte prima scremando i CV dei candidati con determinati requisiti (titoli di studio, che poi siano più o meno meritati, comprati, ecc… non fa differenza) e passata quella selezione si inizia a considerare l’esperienza ed infine il carattere, le potenzialità. Ora sto sostenendo economicamente e moralmente la mia sorellina perché porti a termine il suo percorso universitario, vorrei che avesse più opportunità di me, e lo stesso discorso penso che lo rivolgerei ai miei figli se ne avessi. Intanto spero che il sistema dell’istruzione, soprattutto quello pubblico, cambi radicalmente perché lo ritengo obsoleto e poco redditizio in termini di opportunità e formazione, e non tende minimamente a sollecitare lo sviluppo personale deli studenti. Ad oggi io continuo a studiare per conto mio, approfondisco ciò che mi interessa ed investo tempo e denaro, con sacrificio e piacere, in corsi di formazione che reputo utili per la mia crescita; al momento non ho ancora trovato “pezzo di carta” (corso di laurea) che meriti tanto impegno a fronte di buone prospettive, purtroppo.
    Ti ringrazio per la condivisione dell’articolo.
    Buona giornata!
    Alice


  16. nicoletta

    13 anni fa  

    a 50 anni, ho ricominciato a studiare, con un notevole investimento di soldi, energie, tempo. Non che prima non avessi studiato nulla, capiamoci… a dire il vero da almeno vent’anni sto sempre a studiare qualcosa. E’ che nella vita si cambia. Studiare, formarsi, apprendere significa che stiamo crescendo, evolvendo. Che abbiamo l’esigenza di AGGIUNGERE COSE NUOVE a cio’ che già sappiamo. Che non ci siamo fermati “ad aspettare la pensione” o che abbiamo smesso di essere curiosi perchè abbiamo “il posto fisso”. Che faro’ del mio nuovo bagaglio? Non so lo ancora: magari faro’ due lavori, uno che mi piace e uno che non mi piace piu’. Sempre meglio che ammuffire nella frustrazione di un solo lavoro che non motiva piu’ da tempo. Avete discusso molto fino a qui SE sia utile investire, COME e DOVE. Io invece mi sono chiesta QUANDO. E’ sempre meglio studiare e formarsi, che non farlo. Non importa QUANDO. Non è mai finita finchè non è finita. 🙂


  17. Ciro Sgrano

    13 anni fa  

    D’accordissimo su tutto. Hai centrato perfettamente le pecche dell’articolo. Voglio solo aggiungere l’importanza del ruolo che in questo contesto assolvono i genitori nel saper ben indirizzare i figli nella scelta degli studi universitari: un’attività di indirizzo programmatico che non si traduca in una forzatura psicologica volta al soddisfacimento delle proprie passioni, ma diretta semplicemente ad assecondare le inclinazioni e le qualità dei propri figli e, al tempo stesso, intervenire laddove la formazione universitaria dovesse dimostrarsi carente valutando la possibilità di corsi integrativi.
    Purtroppo da un lato non sempre i genitori possiedono queste doti di lungimiranza nell’individuare la giusta strada da seguire; dall’altro non sempre a 18 anni o al raggiungimento del diploma, si ha la maturità e la consapevolezza dei propri mezzi necessaria per effettuare una scelta che dia le maggiori probabilità di successo professionale e personale.
    Da qui la pericolosità del quesito posto dall’articolo, ossia quella di instillare nella mente di chi lo legge l’idea che poi della formazione e della cultura alla fin fine se ne possa anche fare a meno. Come se su questa Terra non avessimo abbastanza ignoranti in giro.


  18. chatroulette

    13 anni fa  

    Lo studio di questi tempi è inutile, punto. Io lo faccio per hobby


  19. Fab

    13 anni fa  

    Dimenticavo di fare una piccola integrazione al post che ho già fatto.

    Dicevo che la società della conoscenza produce un mercato del lavoro a clessidra dove le posizioni intermedie sono sempre di meno e quindi la crisi del ceto medio.

    Mi sono scordato di dire che comunque chi ha un mestiere manuale ( qualificato ) che ha un buon mercato va a fare parte del ceto medio che invece si assottiglia sempre di più ( e in futuro sarà anche peggio per svariati motivi!) per le tradizionali posizioni impiegatizie.

    Quindi puntare su un mestiere manuale in cui ci vogliono determinate skills e che abbia un buon mercato ( in Italia e/o preferibilmente all’estero che si viene pagati di più!) è una buona ipotesi da considerare per i propri figli ( ovviamente gli deve piacere ) o per chi ha ancora l’età per poterlo fare!!

    E questo non lo dico io, ma le statistiche riportate nell’articolo che ho già segnalato e soprattutto l’autore ( Nicola Cacace ) del libro che ho segnalato, in base a suoi ragionamenti interessanti:

    “L’informatico e la badante. Professioni che partecipano al banchetto della globalizzazione e professioni che servono a tavola.”

    http://www.francoangeli.it/Ricerca/Scheda_Libro.asp?ID=15319

    Comunque a titolo di esempio, ecco alcuni casi pratici tratti da ciò che ho visto:

    1)Uno chef di un grande albergo a 4 stelle al centro di Roma prendeva pochi anni fà 4000 euro netti al mese, il responsabile amministrativo 2.300 euro netti al mese. Il capobarman del turno serale 3500 mance comprese.

    2)Di seguito link di una coppia di gelatai che ha fatto fortuna in Portagallo ( e in Italia non se la passavano male!):

    http://www.voglioviverecosi.com/index.php?cambiare-lavoro-cercare-un-nuovo-lavoro-cambiare-radicalmente-vita-voglio-un-nuovo-lavoro_45/imparare-a-fare-il-gelato-per-aprire-una-gelateria-loris-e-lorella-algarve_343/

    3)Saldatori industriali specializzati che lavorano fuori sede ( Italia/estero ) che mediamente si portano a casa ( hanno tutto spesato )
    8.000 euro netti al mese.

    Di seguito interessante lista su lavori ( manuali e non ) di nicchia che dovrebbero avere un discreto trend:

    http://max.rcs.it/news/0810_10News_ML_50Lavori.shtml

    Ovviamente la lista, serve solo per farsi un’idea!!

    All the best.

    Fab


  20. Cristina

    13 anni fa  

    Bell’articolo e bella questione…personalmente ho fatto l’università perchè ai miei tempi dava la possibilità di accedere al mondo del lavoro dalla corsia preferenziale e perchè era una sfida personale. Non posso dire di ricordare gli argomenti ma ho appreso una certa forma di comportamento e responsabilizzazione rispetto ai miei impegni che ancora mi porto dietro nel mondo del lavoro. La laurea al giorno d’oggi in alcuni casi non è più un elemento distintivo in altri fa la differenza dal momento che è così diffusa (nasce il sospetto del ‘perchè lui non l’ha presa??)..pare quasi una generalità. Al di la dell’università quello su cui insisterei molto è invece la formazione vera e propria, quella sugli argomenti che fanno la differenza nella vita di ognuno di noi. Sapere è veramente potere…sapere per non rimanere paralizzati dalla paura è al giorno d’oggi indispensabile.


  21. Laura

    13 anni fa  

    La mia domanda non è se vale o no la pena investire nello studio universitario o no, bensì se vale o no la pena investire nelle università private (Luiss di Roma, Bocconi di Milano, etc…). C’è qualcuno di voi che si è laureato in queste università, sezioni italiane o internazionali, che poi è entrato nel mondo del lavoro? e come si è trovato? secondo voi vale la pena di investire questi soldi? (e non sono pochi). Grazie!


  22. Marco

    13 anni fa  

    Molto interessante il tuo post, Roberto, a mio parere personale ritengo che lo studio è molto importante nella formazione propria e dei propri figli; i giornali mettono troppo spesso l’attenzione su una fascia di giovani che ha perso l’interesse per lo studio e il lavoro. Io credo fermamente che il problema debba essere risolto a monte;sembrerà retorica,ma quando sei vicino ai tuoi figli che hai voluto e hai capito che vanno seguiti, stimolati, amati per riuscire ad accendere in loro la curiosità, il desiderio di scoprire chi sono, di mettersi alla prova, la voglia di riuscire; ma non a scapito di qualcun altro, di dire ce la farò mentre lottano per se stessi e per un futuro migliore, sapendo dov’è che vogliono arrivare, sapendo chi vorranno essere domani e che la vita è meravigliosa. Hai aperto un tema che è vasto e che mettere insieme quattro righe ti può dare un idea;ma solo se hai una certa esperienza di vita sai che l’unico modo per vedere la direzione da seguire è “alzarsi in volo” e quando hai imparato a volare devi insegnarlo a loro, ai figli, con amore. Quando saranno realizzate queste condizioni, credo che niente e nessuno potranno dire è o è stato inutile….

    Marco


  23. Enrico

    13 anni fa  

    Ciao Roberto,
    condivido pienamente quello che hai scritto nel tuo articolo, ed inoltre sottoscrivo l’affermazione che riporta Anna: “Il Sapere è Potere!”.
    Un individuo può aver studiato per tutta la vita ed essere “ignorante” rispetto il mondo che lo circonda, oppure essere analfabeta ed essere un genio… proviamo a pensare alle storie di Bertoldo! Non è solo e tanto la scuola a dare conoscenza, non si spiegherebbero, ad esempio, le numerose e magnifiche opere dell’uomo del lontano passato; ma altrettanto non significa che la scuola sia superflua o peggio inutile rispetto la crescita e lo sviluppo delle capacità intellettuali.
    Allargare la nostra mente: ponendo dubbi, cercando altre soluzioni oltre quelle già note, assicurandoci di avere sempre la voglia di sapere e conoscere,permetterà all’uomo di progredire e migliorarsi. Per quello che investire nell’istruzione dei propri figli è un “dovere” di genitore e un gesto di altruismo per l’umanità!
    P.S. X Antonio, ringrazia dieci volte i tuoi genitori x averti fatto studiare, ma ringraziali cento volte per averti “educato” in maniera tale che hai potuto fare la scelta di cui parlavi nel tuo intervento. In questo senso ti hanno “istruito” meglio della facoltà di ingegneria!


  24. Enrico

    13 anni fa  

    Vorrei raccontare un episodio, assolutamente vero, che trovo collegato con l’argomentazione. In un aula di tribunale dove l’imputato era un allevatore, l’avvocato della parte civile aveva articolato la sua arringa nella differenza tra le persone con elevata erudizione (tra le quali lui) e il livello culturale dell’imputato quasi analfabeta. L’allevatore, dopo aver ascoltato rispettosamente, riferisce: vede signor giudice, lei può chiedere a chiunque chi sono io, e tutti le diranno che sono il miglior pastore della provincia, l’avvocato ha la laurea e parla bene, ma non ha mai vinto una causa!”. Una bella lezione per dire che non è importante quello che si fa ma come lo si fa!!!


  25. Fab

    13 anni fa  

    Un altra piccola e ultima integrazione.

    Nel mio primo post, ad un certo punto avevo scritto:

    “Esempio pratico:

    ho un figlio e lo faccio studiare direttamente all’estero, apro un bed & breakfast all’estero, mi invento qualcosa di veramente originale in Italia, partecipo attivamenmte per cambiare le cose!!”

    Per quanto riguarda il discorso di fare studiare un proprio figlio direttamente all’estero, è uscito un interessante studio della Georgetown University che conferma che andare all’università conviene più a chi studia materie scientifiche che materie umanistiche.

    Di seguito il link:

    http://www.italiansinfuga.com/2011/05/27/cosa-studiare-per-guadagnare-allestero/

    @Laura.

    Connosco gente che si è laureta alla Bocconi e alla Luiss e si è fermata là, nel senso che poi non ha fatto alcun master di specializzazione.

    Ebbene: hanno uno stipendio decente ma secondo me il ROI ( ritorno sull’investimento ) se poi non ti specializzi subito come si deve, non è soddisfacente perchè non hai alcun vantaggio competitivo a livello di conoscenze specialistiche e quindi a meno che sei un genio e/o hai la fortuna di entrare in un’azienda che ti fa fare poi formazione specialistica come si deve, sei uno dei tanti!! Con tutti i pro e i contro!!

    E’ una leggenda metropolitana che chiunque esca direttamente dalla Bocconi, Luiss e senza alcuna specializzazione, va a guadagnare nel medio termine ottime cifre e fa carriere brillanti!!

    Anche in USA ormai è così:fra chi esce dalle università della Ivy League ( le migliori e le più costose ), sono davvero in pochi quelli che poi fanno ottime carriere da un punto di vista professionale ed economico!!

    ( E lì veramente si svenano per pagarsi quel tipo di università!!)

    Figurarsi in Italia!!

    Conclusione: se ti iscrivi ( dò per scontato che hai passato la selezione) in questo tipo di università, devi concludere in tempo ( al massimo un anno di ritardo ), prendere ottimi voti, già alla fine del corso di laurea devi essere davvero fluente in inglese, dopo di chè ti vai subito a fare un Master specialistico all’estero ( marketing, finanza, controllo di gestione ) e inizi direttamente all’estero con un certo vantaggio competitivo!! E poi ovviamente per fare carriera devi continuare a essere grintosa al 1.000% per altri 20 anni almeno, perchè a quei livelli trovi solo gente di quel tipo!! Prima il lavoro e solo poi la famiglia!!

    Oppure fermi restando tutti gli altri punti, la specializzazione la rinvii in un secondo momento ma comunque sempre entro i primi 5/6 anni di lavoro!!

    Insomma ti devi innamorare della specializzazione e del relativo lavoro che andrai a fare, altrimenti diventa stressante per davvero!!

    Ciao e buona serata!!

    PS comunque volendo se hai un pò di estro imprenditoriale e vuoi conoscenze specialistiche di tipo aziendale a buon mercato ( nel senso che paghi poco per averle ) ma efficaci, per poi applicarle al business che vorrai avviare, vai su:

    http://personalmba.com/

    In tal caso, non hai bisogno di nessun tipo di laurea !!


  26. indidream

    13 anni fa  

    Tutti hanno ragione e tutti torto.
    Parliamo sempre dello studio, che ti porta il benessere.Le cose stanno cambiando.Dobbiamo studiare tutta la vita,per costruirci una paga.
    Dimenticate i posti fissi, lavori pagati da qualcuno.
    Ti devi costruire un reddito e l’istruzione è importantissima per farti il tuo futuro.


  27. Stefano

    13 anni fa  

    Salve a tutti. Mi chiamo Stefano e sono al primo anno di università. Mi sono imbattuto per caso in questo post e nell’interessante discussione creata.
    Premessa: ho studiato al Liceo Scientifico (PNI), scelta di cui sono sempre stato estremamente soddisfatto. Gli anni delle superiori sono stati ottimi e in particolare ho potuto fare ciò che mi ha sempre entusiasmato: studiare di tutto un po’ e aprire la mente sul mondo. Tutto questo senza mai dimenticare il vero motivo per cui scelsi il Liceo Scientifico: la mia grande passione per la matematica.
    Concluso l’anno scorso il Liceo e superato lo scoglio della maturità (con un risultato molto buono) è arrivato il momento della scelta universitaria ( e qui arriviamo al discorso del post).
    Quando dopo 5 anni di studio si arriva a questo traguardo si è sempre indecisi e dubbiosi a maggior ragione oggi in questo periodo di crisi. Le opportunità sono tante e non è facile sciegliere. Secondo me la scelta di studiare all’università non è certo obbligatoria: tutti gli esempi di persone (magari addirittura senza diploma ) che guadagnano molto di più di laureati sono esempi di una realtà dove ciò che conta è fare ciò che piace. Mi spiego.
    Intanto ritengo che sia fondamentale che la scelta di continuare a studiare sia fatta in prima persone da ogni singola persona e non frutto di costrizioni da parte di genitori ansiosi/falliti/ambiziosi: in questo mi ritengo fortunato anche perchè io non ho avuto condizionamenti di alcun tipo da parte dei miei. Secondariamente è fondamentale (può sembrare banale, una frase fatta, dite quel che volete) studiare (se se ne ha voglia) ciò che ci appassiona veramente. Ormai nessuna (o quasi) laurea garantisce un lavoro: quindi chi studia deve essere appassionato. Da un lato questo di sicuro può dare fastidio a molti ma nel tempo renderà l’università sempre più un posto di appassionati studiosi e non di diplomifici per chi ha bisogna di un pezzo di carta o di posti dove iniziare carriere che nulla hanno a vedere con lo studio. è palese al giorno d’oggi che lo studio e il lavoro non sono più entità strettamente necessariamente connesse: possono esserlo, ma ciò che conta per lavorare è la determinazione e la volontà di non chiudersi davanti alle opportunità.
    Io adesso sono al primo anno del Corso di Studi in Matematica (Facoltà di Scienze). Io non ho iniziato certo per lo stipendio (ovvio). Questo mi appassiona e mi basta. Se un giorno, finiti gli studi, troverò un lavoro che nulla ha a che vedere con ciò che ho studiato pazienza. In ogni caso quello che sto impiegando non sarà MAI tempo perso ma conoscenze e cultura. Ho letto in un commento di un laureato che fa il calzolaio: e allora? Con tutto il rispetto per chi non ha raggiunto (volente o nolente)
    un certo livello di studi ma la cultura è qualcosa che nobilità l’uomo sempre e comunque.
    E comunque sì, investire negli studi non è mai una stupidaggine: ciò che conta sono gli obiettivi che si hanno.


  28. Fab

    13 anni fa  

    Ciao Stefano,

    interessante il tuo post!

    Per quanto riguarda:

    “Ho letto in un commento di un laureato che fa il calzolaio: e allora?”

    Io sono l’autore del post che ha riportato quel link.

    E allora, veniamo al dunque!

    Quella persona che si è lauretao in biologia molecolare col massimo dei voti e ci ha messo un sacco di passione e impegno nello studio, stai pur certo che se avesse saputo che tutti i suoi studi sarebbero stati inutili per il paese ( Italia ) in cui viveva e vive tuttora, non li avrebbe intrapresi!

    E a me risulta che un’istituzione ( Università ) che impiega risorse finanziarie ( in questo caso denaro pubblico finanziato con le tasse dei cittadini) per non arrivare a niente, è un’istituzione autoreferenziale che non bada minimamente al suo scopo primario (ossia formare gente preparata che poi sia utile all’economia del suo paese ) ma appunto pensa solo a salvarguardare se stessa!!

    In altre parole: un sistema universitario che serve per fare mangiare i professori e quindi poi non serve agli studenti universitari che in svariati ( per usare un eufemismo ) casi una volta lauretati vanno a fare lavori totalmente estranei ai loro percorsi di studi!!

    In un’economia globalizzata altamente competitiva, non ci si può più permettere un sistema universitario così inefficiente!!

    A parte questo, a me non piace con le tasse finanziare un sistema universitario totalmente inefficiente!!

    Se poi tu un giorno che ti laurei in matematica e non trovi nessun lavoro minimamente attinente col tuo percorso di studi e ti ritrovi a fare ad esempio il venditore di prodotti di cancelleria e ti piacerà poi con le tasse che vai a pagare, finanziare un sistema del genere, e allora è un tuo gusto personale!!

    Ma statistiche alla mano, alla stragrande maggioranza della gente non piace finanziare con le proprie tasse istituzioni autoreferenziali quasi inutili per la formazione superiore dei propri figli!!

    Ciao e buona giornata!

    Fab

    PS comunque c’è da dire che il biologo molecolare ( che ora fa il calzolaio) se fosse andato all’estero (UK, Germania, Australia, ecc) più di qualcosa avrebbe trovato! Buon per lui ( io al posto suo, avrei fatto così a costo di farmi i debiti!!), ma sarebbe stato lo stesso spreco di denaro pubblico!!


  29. Fab

    13 anni fa  

    Precisazione mio ultimo post.

    Per quanto riguarda:

    “Ma statistiche alla mano, alla stragrande maggioranza della gente non piace finanziare…..”

    Era sottointesso che per gente non intendevo gente in senso generico ma gente informata ossia gente che si informa attivamente!!

    Pio è ovvio che si si vuole ignorare la realtà nonostante tutti i mezzi d’informazione a disposizione non si è un modello di riferimento positivo, con tutte le conseguenze del caso!


  30. Mario

    10 anni fa  

    Ho studiato alla Luiss (Giurisprudenza). Soldi buttati. Nessuna offerta di lavoro arrivata dopo la laurea. Nessun canale privilegiato, per I figli di nessuno.

    Mi dispiace per aver bruciato inutilmente I risparmi dei miei genitori. Mi sarei potuto laureare in un’universita’ pubblica.


  31. Giuseppe Donato

    5 anni fa  

    UNA FAMIGLIA O UNA NAZIONE CHE SI RISPETTI INVESTE CON SACRIFICIO SULL’EDUCAZIONE DEI PROPRI FIGLI INDIPENDENTEMENTE DAL LAVORO


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