Il futuro è un’ipotesi. Un centenario miliardario ci aiuta

futuro“Il futuro è un’ipotesi forse il prossimo alibi” canta Enrico Ruggeri in una canzone di qualche anno fa e mai ritornello fu più calzante.

Le ipotesi sul futuro si sprecano e l’immaginazione arranca. 

Nel tentativo di adattare il passato a nuove esigenze le nostre menti attingono dall’esperienza come ci ha raccontato Alessandro Mora (Master Trainer Internazionale di PNL) nell’ultima seguitissima diretta in Community. Costruire il futuro guardando il passato però non è mai una buona idea.

Il “si è sempre fatto così” non porta innovazione. È un istinto umano che assolve all’esigenza del nostro cervello di risparmiare energia ma non è utile all’evoluzione.

Il futuro si costruisce dal presente: da pensieri, decisioni e azioni dell’oggi.

Un cambio di rotta di pochi gradi oggi nel tempo può portarci lontano e, ora più che mai, ho la sensazione che non basti “adattarci”, cercare semplicemente un modo nuovo per fare quello che facevamo prima né come singoli individui né soprattutto come paese.

Serve ripensare, essere visionari, cosa non semplice quando si è nell’emergenza e nel bisogno.

Ma se potessimo tirare una riga, fare progetti diciamo da qui al 2070 ne avremmo le capacità? Cosa ci sarebbe da fare? Da dove partire? E quali settori possiamo immaginare trainanti nel futuro?

Io una mia idea ce l’ho e nelle prossime settimane possiamo farci un piano da investitori, ma qui il ragionamento è più ampio e serve un piano come persone che abiteranno quel futuro.

Di recente ho letto una bella intervista a un mio concittadino quasi centenario: Marino Golinelli.

Golinelli è un imprenditore e filantropo nato nell’ottobre del 1920. Un secolo di storia che ha registrato enormi cambiamenti. 

Nato da una famiglia di agricoltori che hanno fatto di tutto per far studiare quattro figli, ha passato la sua vita nel settore farmaceutico. Iniziò sviluppando insieme al professor Gaetano Salvioli il vaccino antitubercolare italiano e via via, crescendo e acquisendo altre realtà del settore, ha fatto crescere quella che ora è l’Alfasigma, una multinazionale da oltre 1 miliardo di fatturato.

Golinelli ha dedicato grande parte della sua esistenza a spingere giovani talenti a progettare il futuro premiandoli con le “borse di studio imprevedibili” fino a realizzare l’Opificio Golinelli: un laboratorio del sapere alle porte di Bologna.

Il suo chiodo fisso è la diffusione dell’intelligenza dell’esserci, come cita il motto dell’Opificio, dove ogni anno si tiene “Il giardino delle imprese”, un percorso estivo dedicato a ragazzi italiani di quarta superiore seguiti da professori eccellenti che insegnano loro come incubare progetti e start up nel modo più naturale che ci sia: sbagliando…e imparando dagli errori.

Insomma un centenario che spinge i giovani non solo a immaginare il futuro ma ad anticiparlo grazie a una visione onnicomprensiva e a quello che definisce “il nobile lavoro dell’imparare”

Esserci con intelligenza significa non solo adeguarsi al cambiamento, ma indirizzarlo, trasformarlo in un’opportunità reale. Ma tutto questo non vuol dire niente se non si ha una visione onnicomprensiva della cultura e della conoscenza: innovazione tecnologica e sapere umanistico, arte e scienza devono essere sempre congiunti affinché l’intero sistema educativo, dai nidi alle università, possa stimolare l’intelligenza e la creatività degli studenti per rispondere ai bisogni del paese e riversarsi positivamente sulla società, facendo di loro i protagonisti attivi del nostro domani.

Se vogliamo fare ipotesi sul futuro potremmo ripartire da qui: una responsabilità sociale nei confronti dei giovani che ha come bussola lo sviluppo e la crescita del sapere.

Giorgia Ferrari

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