Ti è chiara la differenza tra “Trading” e “Investing”?

La grande maggioranza delle persone con cui discuto del mio lavoro e, ahimè, anche alcuni dei miei allievi ai corsi di base (sigh…), ha le idee piuttosto confuse quando si approccia alla borsa, agli investimenti in azioni (o in opzioni, ETF, commodities etc.) o al trading in generale.

Ho riscontrato questo fatto ancora una volta sabato scorso durante la bellissima esperienza della Conferenza Nazionale sugli Investimenti a cui ho partecipato a Milano in qualità di relatore.

Uno dei punti cardine che crea confusione nella testa di chi è interessato a far lavorare il proprio denaro attraverso gli investimenti è la mancata comprensione della differenza cruciale che esiste tra trading e investing o, tradotto in italiano, tra “investire” e “compravendere”.

La stessa parola “trading” è in effetti difficilmente traducibile in italiano, alcuni la traducono con “speculare” che tuttavia non rende l’idea della natura dell’attività di trading e richiama forti connotazioni negative. mentre letteralmente “to trade” significa semplicemente “commerciare” o “negoziare”.

La confusione deriva dal fatto che agli occhi dell’investitore o del trader ineducato e non consapevole, fare trading o investing sembrano essere la stessa cosa, alla fin fine si tratta di comperare qualcosa (ad esempio delle azioni), di possederle per una certa quantità di tempo e infine di rivenderle, sperabilmente portando a casa del profitto avendo una differenza positiva tra il prezzo di acquisto e quello di vendita.

In realtà, pur essendo accomunate dal desiderio di ottenere un profitto, le due operazioni nascono a partire da logiche diverse.

Chi investe parte infatti da una misura del valore di ciò che acquista (un’azione, una casa, un’attività commerciale, un oggetto d’arte etc.), cerca di comperarlo ad un prezzo possibilmente scontato o comunque equilibrato, e basa l’intera operazione sulla sua previsione o speranza che, nel tempo, il bene da lui acquistato aumenterà di valore e che questo aumento di valore si rifletterà automaticamente in un corrispondente aumento del suo prezzo di mercato permettendogli di venderlo per profitto.

Un esempio facilmente comprensibile di investimento è quello di chi acquista un terreno agricolo nella previsione che lo stesso diventi poi edificabile. Azzeccando la previsione, come incassare il profitto appare evidente.

I grandi investitori della storia, il mitico Warren Buffett insegna, sono in effetti maestri nel comperare “qualità deprezzata“. Il loro orizzonte temporale naturalmente non è mai brevissimo e il valore di ciò che hanno acquistato può permanere o addirittura anche scendere per un certo arco di tempo senza che questo fatto li preoccupi eccessivamente.

Chi fa trading, invece, non scommette su una variazione del valore delle cose anzi, a dirla tutta, il trader duro e puro se ne frega altamente della qualità oggettiva o della natura di ciò che acquista, è solo interessato ad acquisirlo ad un prezzo che (in un arco di tempo generalmente piuttosto breve) lui prevede possa crescere, e ciò indipendentemente dal fatto che il valore di quanto da lui acquistato rimanga perfettamente identico!!!

In effetti, ciò che rende possibile il trading è semplicemente il fatto che i prezzi delle cose (e quindi anche degli oggetti di investimento come le azioni, le obbligazioni, gli immobili etc.) possono variare indipendentemente dal proprio valore per effetto della legge della domanda e dell’offerta.

Un esempio fuori contesto di attività paragonabile al trading è quella del bagarino dello stadio che si procura i biglietti del derby tre settimane prima a prezzo regolare e li rivende poi all’ultimo momento quando, essendoci carenza di biglietti e molte domanda, può commercializzarli ad un prezzo molto più alto.

In borsa, per un investitore è cruciale comprendere cosa acquista e quale sia il valore attuale e futuro dell’azienda di cui sta progettando di comperare le azioni. Cerca, per l’appunto, aziende di qualità momentaneamente deprezzate.

Sempre in borsa, per un trader è invece sufficiente utilizzare degli strumenti (generalmente il grafico del titolo valutato attraverso l’analisi tecnica) che gli permettano di fare una previsione sull’andamento futuro del prezzo del titolo indipendentemente dal valore dell’azienda e dal suo oggetto sociale.

Chiara la differenza tra le due impostazioni?

Se non lo è, ti invito a rileggere questo breve articolo fino a quando il concetto non ti sia cristallino, perchè è alla base di qualsiasi scelta operativa o metodica.

Dal prossimo articolo in avanti cercheremo di capire cosa valutare e come procedere a seconda che si preferisca agire con un profilo di trading oppure di investing.

Se poi ti interessa apprendere rapidamente come utilizzare questi principi per far rendere il tuo risparmio non mancare la prossima edizione del corso INTELLIGENZA FINANZIARIA, prima e indispensabile tappa per imparare come far lavorare il tuo denaro per te.

Alla prossima!

Roberto Pesce

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