Reddito passivo, mito o realtà?

Nel mio ultimo post raccontavo della recente esperienza a Londra al corso “NEVER WORK AGAIN” e spiegavo come il corso avesse per oggetto il tema del “REDDITO PASSIVO”, argomento estremamente interessante per chiunque abbia letto i libri di Robert Kiyosaki e, più in generale, per tutti coloro che desiderano riprendere in mano la propria vita, spesso pesantemente sacrificata sull’altare del lavoro e della continua necessità di produrre reddito secondo i ritmi frenetici della vita moderna.

Con l’articolo di oggi riprendo in mano questo tema così importante anche perchè mi sono posto il dubbio che qualcuno tra i nuovi lettori del blog possa essersi chiesto se la possibilità di produrre entrate passive sia effettivamente realistica oppure poco più di un mito e, nel caso, quali possano essere le strade ed i veicoli per ottenerle.

Senza voler illudere nessuno sull’esistenza di un fantomatico colpo di bacchetta magica (leggasi metodiche miracolistiche che permettano di diventare milionari senza lavorare nel giro di poco tempo), la mia testimonianza è tuttavia quella di chi le strategie per produrre REDDITO PASSIVO e “far lavorare il proprio denaro per sè” non solo le insegna durante il corso [workshop_what what=”490″ color=”navy”] (prossima edizione il [workshop_when what=”490″ color=”black”] a [workshop_where what=”490″ color=”black”]) ma soprattutto le applica con crescente interesse e successo da anni.

Diciamo quindi come prima cosa che produrre reddito senza lavorare è assolutamente possibile e il punto di partenza, per banale e ovvio che possa sembrare è … quello di decidere di volerlo fare!!

In effetti, la maggioranza delle persone non riuscirà mai a raggiungere tale obiettivo in quanto non si è mai fermata a riflettere sulla meccanica che lega il proprio lavoro al reddito conseguente e così facendo si auto-condanna a dover ripetere per tutta la vita la propria routine professionale fino all’agognato traguardo della pensione, con i tempi che corrono questo si ormai diventato molto più un mito o una chimera rispetto alla realtà del passato.

Illuminante in tal senso fu per me la “storia dei secchi e dell’acquedotto” che ho già raccontato in un vecchio post e che puoi trovare anche nel libro “I Quadranti del Cash Flow” di Kiyosaki.

Possiamo attivare fonti di reddito passivo in più modi ed in particolare possiamo “acquistarle” se già in possesso di una certa disponibilità finanziaria oppure “crearle” ed in tal caso avremo bisogno di dedicare tempo, competenze ed energie alla loro costruzione.

Fanno parte delle fonti di reddito passivo acquistabili gli immobili da mettere a reddito affittandoli, gli investimenti finanziari come azioni, obbligazioni, ETF etc. e le porzioni di attività commerciali gestite da terzi.

Fanno invece parte delle fonti di reddito passivo da creare in prima persona tutte le opere dell’ingegno e le proprietà intellettuali come i brevetti, i diritti d’autore di libri o musica, lo sviluppo di software da concedere in licenza d’uso, la concessione del proprio marchio o delle proprie metodologie a fronte di royalty ricorrenti, i business automatizzati e le stesse attività commerciali da noi stessi prima sviluppate e poi vendute a terzi o di cui si rimane proprietari ma non più soci operativi.

Come già scrivevo in un altro mio vecchio articolo che potresti trovare interessante per completare questo discorso (clicca qua per leggerlo), la qualità e la quantità delle fonti di reddito passivo attivate fanno la differenza in relazione sia al denaro che se ne può ricavare che al tempo effettivo che dobbiamo impegnare per mantenerle attive.

Se infatti quasi tutte le fonti di reddito passivo un minimo di attenzione e di tempo la richiedono comunque, è pur vero che l’impegno richiesto dal riscuotere degli affitti e sbrigare le inevitabili grane ricorrenti oppure dal seguire i propri investimenti finanziari per un’oretta di tempo alla settimana, comodamente seduti in poltrona a casa propria con il computer sulle ginocchia, sono davvero ben poca cosa se paragonati alle 40 o più ore alla settimana altrimenti dedicate alla propria professione.

Come insegno sempre ai miei allievi del corso [workshop_what what=”490″ color=”navy”], un altro aspetto importante da considerare nel organizzare la propria vita attorno alla creazione o all’acquisto di fonti di reddito passivo è anche dato dal fatto che “il denaro e il guadagno non sono tutti uguali” e con questo mi riferisco al cruciale aspetto della fiscalità e delle spese connesse alla creazione di reddito.

Se infatti un artigiano o un commerciante possono con relativa semplicità incassare anche più di 1.000 € in una singola giornata di lavoro, occorre tuttavia considerare che su quello stesso incasso gravano costi importanti (acquisto della merce da rivendere e costi di esercizio dell’attività come affitto dei locali, consumi, compensi a dipendenti e collaboratori etc.) e che sull’utile netto rimanente tra un balzello e l’altro il fisco se ne porta poi via la maggior parte. Ecco così perchè anche un’attività apparentemente estremamente florida spesso si traduce in ben poco denaro spendibile per il titolare della stessa che, oltre al sentirsi una costante e pesante responsabilità sulle spalle, solitamente dedica al proprio lavoro molto più delle famose 40 ore a settimana dei lavoratori dipendenti.

Prova ora invece a pensare ad una somma di denaro anche molto inferiore ai 1.000 € a giornata di cui sopra ma indenne o quasi da costi accessori in quanto ottenuta a fronte di diritti d’autore, come incasso da una locazione oppure come plusvalenza da un’operazione di trading in azioni o ETF e sul cui incasso si paghi solo un’aliquota standard staccata dal cumulo della dichiarazione dei redditi (ad es. il 20% per le plusvalenze azionarie o il 12,5% per quelle ricavate dai BOT), fai presto a comprendere come in questo caso il denaro spendibile prodotto dalle fonti di reddito passivo sia decisamente più interessante.

Come dicevo poco sopra, “il denaro e il guadagno non sono tutti uguali” e il reddito passivo vince nettamente il confronto con il reddito da lavoro anche sotto questo punto di vista.

Smettiamo tutti di lavorare quindi?

Beh, certo che no.

Premesso che si lavora non solo per il denaro ma anche per altri motivi tra cui la realizzazione di sè, la crescita personale, il contribuire al miglioramente della vita delle altre persone etc. penso tu possa aver compreso come sia acquistare che tanto più creare le proprie fonti di reddito passivo rappresenti comunque un impegno nel presente anche se finalizzato ad una crescente futura libertà personale.

Il traguardo finale non è quindi tanto la ricchezza o il non lavorare mai più bensì l’aumento della propria libertà personale ed in particolare della propria possibilità di scegliere come utilizzare il proprio tempo, se al lavoro o ad altro scopo e, nell’ambito del lavoro, a cosa e quanto dedicarsi.

Oggi personalmente guadagno di solo reddito passivo molto di più di quanto guadagnassi a livello complessivo 5 anni fa e, ti assicuro, la differenza nella qualità delle scelte che mi posso permettere e nella diminuzione di stress si sente tutta.

Se me lo permetterai, sarà mio piacere e privilegio continuare a farti da Coach in questo percorso così importante e affascinante.

Roberto Pesce

10 commenti

  1. Roberto Consalvo

    13 anni fa  

    Ciao Roberto.

    questo argomento mi affascina sempre più e la mia mente e’ sempre al lavoro per elaborare nuove possibilità.

    come giustamente tu dici non esiste un Reddito Passivo al 100%, ma sapere di avere altre entrate oltre al tuo lavoro ti da una certa serenità.

    l’altro giorno parlando con un’Artigiano della Crisi mi ha raccontato qualche aneddoto degli anni 80 quando l’edilizia era ferma totalmente.

    gli ho detto che questa crisi e’ la peggiore di tutte e lui mi ha risposto che per lui lo e’ stata quella degli anni 80..

    oggi puo’ permettersi di fermarsi qualche mese senza lavorare, ma in quegli anni non avrebbe potuto nemmeno un giorno.

    a proposito di entrate passive… proprio oggi un’inquilino mi ha telefonato dicendomi che la caldaia si e’ rotta..

    anche questo fa parte del gioco..

    Ciao!


  2. Ivano

    13 anni fa  

    Ciao Roberto,
    Diverse volte ho letto e riletto gli articoli sulle entrate indirette o reddito passivo. Sono conscio che tutto ciò che dici sia corretto e funzioni e che le persone “ricche” fanno di questo sistema il loro scopo di vita. Quello che però mi viene di dire è che non è assolutamente facile riuscirci! In generale, se prendiamo in considerazione la maggior parte delle persone “normali”, risulta quasi impossibile creare reddito passivo senza avere a disposizione dei fondi a cui far capo per poter iniziare un qualsiasi investimento (che potrebbe anche essere a rischio !)con l’intenzione di produrre tale reddito. Pochi “eletti” possono far capo a invenzioni, idee, nuove scoperte sensazionali, eredità, fortuna, vincite ecc. su cui basarsi per avere vantaggi economici con entrate indirette.
    Bisognerebbe capire fino a che punto la gente “comune” potrebbe riuscire a produrre delle entrate passive e/o a partire da quali “basi” finanziarie. Pur condividendo e facendo propria la “teoria”, la pratica mi sembra abbastanza lontana dalla realtà. Non vorrei sembrare un “negativo” ma solo molto realista. Gli slogan in tal senso si sprecano (soldi fanno soldi, i soldi fanno la guerra ecc.ecc.).

    Sono curioso di leggere altri commenti in merito.
    Ciao !


  3. dino

    13 anni fa  

    ciao roberto interessante articolo, molto utile per “rinfrescare” concetti noti, ma a volte tralasciati. da un po di tempo sto mettendo in atto strategie per lavorare meno e guadagnare di piu da reddito passivo. fino a qualche mese fa iniziavo a lavorare alle 9.00 del matino e terminavo alle 03.00 di notte, nelle mie 2 attività, spendevo molto in personale e getiti male come turni. ora spendo meno di personale, ho ottimizzato i turni, di giorno lavoro solo 2 ore( per mia scelta) e 4 ore la notte. e se i progetti che ho in mente vanno in porto ( cessione in affitto di ramo d’azienda) diventeranno 2 entrate completamente automatiche e passive.e ho in cantiere l’acquisto di un altra azienda da cedere subito in affitto. credo di essere sulla buona strada.


  4. Matteo

    13 anni fa  

    Ciao Robby,
    cosa ne dici di fare anche un articolo sui “falsi” redditi passivi?
    Tempo fa in uno dei commenti del blog era stato citato il MLM che qualcuno pensava essere una modalità per fare un reddito passivo e tu giustamente hai puntualizzato che è una ottima modalità per avere un reddito attivo.
    Esistono altri di redditi che sembrano passivi e invece sono MOLTO attivi?
    Ciao
    MC


  5. Antonio

    13 anni fa  

    Si comincia già dalla terminologia e si vede che non ha niente di addottrinato.Il reddito è un fatto economico per cui non è attivo o passivo ma positivo o negativo.Niente a che vedere con fatti finanziari che non creano ricchezza e che hanno portato alla situazione di crisi in tutto il mondo.In base a ciò che ho letto in modo saltuario dell’articolo quì sopra mi sembra di capire che il massimo del reddito “passivo” potrebbe essere il Gioco in tutte le sue forme ma vi assicuro che se ne esce sempre perdenti….tranne per coloro che lo propongono.


  6. alessandro

    13 anni fa  

    Veramente affascinante… Devo ringrazia il fondatore del cashflow di catanzaro “MUZZI FRANCESCO” che mi ha fatto conoscere questo incredibile mondo..


  7. Uno_qualunque

    13 anni fa  

    Poche considerazioni.

    Vero, ma

    1- necessità di disponibilità finanziaria

    2- azioni o qualsiasi altro investimento finanziario. Si investe in qualcosa dove si deve esprimere un reddito attivo, altrimenti non si guadagna. La crisi ha dimostrato ampiamente la “validità” di investimenti non supportati da un’ economia reale.

    3- investimenti immobiliari. E’ un periodo dove chi ha creduto nel mattone se ne pente. Il mercato è paralizzato.

    4- diritti di qualsiasi genere. Un software o un cd ? Non nascono all’ improvviso: sono il risultato di un lungo lavoro e se uno non sa rinnovarsi (ergo lavorare) rapidamente esce

    Conclusioni: questa crisi è figlia di un’ errata visione del reddito passivo. Esiste è vero, ma va ridimensionato: se uno non è disposto a rimboccarsi un pò le maniche e a lavorare niente può cambiare.

    Unici redditi passivi possibili ? O nascere in una famiglia ricca oppure giocare al Superenalotto 2 colonne e riuscire a fare anche un semplice 5 + 1, o ancora meglio un 6.

    Mi piace pensare alle rendite passive, è quello che bancari e immobiliaristi hanno proposto negli anni antecedenti la crisi e i risultati si sono visti. Più che redditi passivi, molte persone (es. con i fondi pensione) hanno realizzato perdite passive.


  8. Roberto Pesce

    13 anni fa  

    Grazie a tutti coloro che stanno commentando l’articolo contribuendo così ad alimentare la discussione che in effetti si sta sviluppando tra scettici e dubbiosi da un lato e sostenitori dell’importanza del reddito passivo dall’altro.

    Alcune risposte e precisazioni a quanto avete scritto:

    ** Per Antonio:

    ipotizzo che tu non abbia ben compreso la definizione di “reddito passivo” così come la si intende nella moderna letteratura finanziaria.

    Con tale termine intendiamo un reddito (ovviamente positivo) percepito non tramite uno sforzo personale diretto bensì in quanto frutto di una qualche forma di rendita che, una volta creata, non richieda più alcun impegno o comunque un impegno solo minimo per essere acquisita su base ricorrente.

    In questo senso riscuotere un affitto per un proprio immobile dato in locazione è per l’appunto un “reddito passivo” in contrasto con un “reddito attivo” più tradizionale come potrebbe essere un salario da lavoratore dipendente o un compenso ricevuto da un professionista per le prestazioni erogate.

    Il gioco, le lotterie e così via sono forme d’intrattenimento e d’azzardo che non hanno niente a che fare con questo discorso.

    ** Per Matteo:

    la divisione tra “reddito attivo” e “passivo” non è così netta e in effetti alcune attività possono essere classificate come attive o passive anche a seconda della convenienza di chi ne parla.

    La mia distinzione però è semplice e ha a che fare con la quantità di impegno (tempo) che devo impiegare per percepire quel reddito una volta creata la fonte.

    Parlando di trading e di investimenti finanziari che come sai sono alcuni tra gli strumenti che utilizzo e insegno, sono ad esempio metodologie di “reddito attivo” il day trading e lo “swing trading” che richiedono un impegno quotidiano full o part time mentre sono attività da “reddito passivo” l’investing e il “position trading”. Borderline il core trading.

    Analogamente, affittare immobili è “reddito passivo” mentre fare attività di compravendita immobiliare alle Aste o comprare-ristrutturare-rivendere è “reddito attivo”, redditizio fin che si vuole ma che necessita presenza e attenzione a meno di non avere un proprio team a cui delegare l’intero processo.

    ** Per Ivano e Uno_Qualunque :

    non ho mai scritto da nessuna parte che costruirsi o acquistare fonti di reddito passivo sia una cosa facile o che si possa fare in quattro e quattr’otto magari senza capitali di partenza o conoscenze.

    Sono d’accordo, serve sempre e comunque occorre “rimboccarsi le maniche” e lavorare duramente e con costanza, è tuttavia una convinzione penalizzante ritenere che costruirsi delle fonti di reddito passivo sia attività per pochi eletti o per chi è nato da famiglia ricca.

    Il punto è che tantissime persone “lavorano duro” (hard work), decisamente meno sono però quelle che “lavorano duro ma in maniera intelligente” (smart work) ossia non solo per ottenere un reddito immediato ma anche e soprattutto per costruire un “sistema” grazie al quale nel tempo potranno affrancarsi dal lavoro.

    Considera un esempio banale: cosa posso fare con 30-40.000 € a mia disposizione?

    Una prima ipotesi potrebbe essere quella di comprarmi una bella automobile (spesa a fini di godimento), un’altra invece quella tenermi la mia vecchia auto ancora per qualche anno e con la stessa somma comprare un box auto da mettere a reddito affittandolo.

    Altro esempio, immaginiamo che una persona voglia migliorare la propria condizione di vita e decida a questo scopo di impiegare 2 ore aggiuntive al giorno a questo scopo, cosa potrebbe fare?

    Prima ipotesi: lavora come aiutante tutte le sere in una pizzeria e così facendo aumenta il proprio reddito da subito.

    Seconda ipotesi: tutte le sere lavora 2 ore a casa propria per scrivere un libro, per progettare una “App” per smartphone oppure per progettare un sito web che produca reddito. In tutti questi casi sta lavorando non per avere un reddito immediato ma per costruire un “sistema” che gli fornisca in futuro del reddito passivo.

    Dite che è difficile o impossibile? Non sono d’accordo.

    Certo, le “idee sensazionali” non nascono tutti i giorni e diventare scrittori di best-seller che vendano milioni di copie è comunque un fatto raro ma è altresì vero che ogni anno migliaia di nuovi autori solo in Italia debuttano in libreria con il loro primo titolo per cui l’unica certezza nel non riuscire la si ha nel non provarci neppure.

    La discussione è in ogni caso interessante per cui … continuate a scrivere !!!

    Roberto

    PS: leggere dei vostri dubbi e delle difficoltà che incontrate mi sta facendo venire un’idea nuova e interessante per creare altro reddito passivo … mmm, mi sa che ci lavorerò sul serio, grazie per lo spunto!


  9. piergiorgio

    13 anni fa  

    certo è il sogno di tutti . esempio secchi o acquedotto ? la fatidica corsa del topo . o se vogliamo la corsa sul tapis roulat .
    creare reddito con i propri risparmi non è facile e neppure semplice .
    ma io ci stò provando dopo avere fatto i corsi investire in azioni e intelligenza finaziaria . mi sono imparato le dispense che lei ci ha dato ai corsi e ho cominciato a fare pratica in modo leggero con i soldi veri nella mia banca ho preso le mie soddisfazioni le mie fragature . si insomma mi sono messo a studiare i grafici le medie mobili le candele giapponesi . premetto che spesso anche se ti viene voglia di togliere i soldi quando stà andando male , mi ricordo le parole famose bisogna investire e fare finta che i soldi investiti non
    sono tuoi devi rimanere freddo e indifferente . non è facile quando sei sotto di 200 300 euro e magari con più azioni . ma poi piano piano gira
    e cominci a vedere la luce allora respiri e comprendi che è giusto fare i corsi ma a volte consultare un cardiologo diventa tranquillizante .
    ho guadagnato con diverse azioni anche il 57% bulgari è sono dolci sorprese che ti potrebbero fare pensare di essere un fenomeno . ma pensa alle azioni pericolanti e ti ricredi subito . però è bello ma sangue freddo . calma e gesso .


  10. Francesco Grandi

    13 anni fa  

    Personalmente penso sia possibile, anche se richiederà un effort non indifferente…


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