Nuova emissione del BTP FUTURA: quanto rende davvero?

BTP-nuova-emissioneBTP nuova emissione Futura! Suonano così i titoli dei giornali finanziari di questi giorni.

Trovo sempre interessante l’uso di parole o aggettivi abbinati a concetti che non hanno nulla di accattivante: la benzina verde, la new economy, la finanza sostenibile, il BTP Italia e ora quello Futura (vagamente Lucio Dalla).

Piccoli mondi che si concretizzano nelle nostre teste.

In un balzo ritorno agli anni in cui per cercare un BTP conveniente scorrevo con il dito la colonna dei rendimenti effettivi sulla pagina fresca di inchiostro de Il Sole 24Ore.

Era facile.

Cercavi la percentuale più alta (qualcuna oltre il 10%!), controllavi che il prezzo fosse sotto la pari (cioè meno di 100), compravi e tendenzialmente te ne dimenticavi fino alla scadenza.

Ogni sei mesi arrivava la cedola sul conto corrente e poco importava che fosse al netto della ritenuta fiscale, il rendimento era evidente e le spese minime.

Bei tempi!

A volte capitava persino di venderli prima guadagnandoci.  

Perché il BTP si sa “con le cedole a tasso fisso, può oscillare solo sul prezzo”. Così, quando il prezzo andava su, se vendevi, guadagnavi sia in interessi che in capitale.

Ah sì, questo si fa ancora è vero! Ma vuoi mettere? Ai tempi era un di più inaspettato, almeno per me che investivo i miei pochi risparmi da bancaria neoassunta.

Titoli come il “Btp-1nv23 9%” oppure il “Btp-22dc23 8,5%” esistono ancora (a prezzi inaffrontabili) con i loro tassi di altri tempi a memoria dei tanti interessi versati sull’altare di un mostruoso debito pubblico.

Mano a mano che i rendimenti “sicuri” sono scesi fino a sparire, la narrazione si è fatta spazio e la vista si è offuscata.

BTP Futura cos’è?

È un BTP di nuova emissione decennale riservato ai piccoli risparmiatori, agli investitori definiti retail. Quindi non a banche o ai cosiddetti investitori istituzionali.

Lo chiamano FUTURA perché il denaro raccolto servirà a finanziare parte degli interventi post Covid finanziati dallo Stato come le misure a tutela del reddito di famiglie e imprese, e il rafforzamento del sistema sanitario.

Per il sistema sanitario, senza bisogno di emettere BTP, ci sarebbero ancora da prendere circa 36 miliardi del MES a un tasso pressoché pari allo zero, ma sappiamo bene che la questione è più politica/ideologica che economica.

BTP Futura: quanto rende davvero?

I Btp Futura sono gli unici titoli di Stato italiani con cedole nominali crescenti nel tempo secondo un meccanismo detto “step up”. Per l’esattezza:

  • Per i primi 4 anni il tasso è: 1,15% lordo (1,06% netto)
  • Dal quinto al settimo anno: 1,30% lordo (1,1375% netto)
  • Dall’ottavo al decimo anno: 1,45% lordo (1,27% netto)

Chi tiene il titolo fino alla scadenza percepisce un premio pari all’1% del capitale investito, che potrà aumentare fino ad un massimo del 3% dell’ammontare sottoscritto, sulla base della media del tasso di crescita annuo del PIL nominale dell’Italia registrato dall’Istat nel periodo di vita del Titolo.

L’investimento dura 10 anni perciò un premio dell’1% sul capitale significa uno 0,10% di tasso annuo.

Il premio del 3% (quindi 0,30 punti di tasso in più annuali) è una possibilità da qualcuno definita fantasiosa, perché dipenderà da se e quanto il nostro PIL crescerà nei prossimi 10 anni.

Il rendimento effettivo certo del BTP Futura è perciò dato dalla somma di cedole e premio all’1% ovvero: 1,41% lordo che diventa 1,24% netto!

Nella migliore dei casi (quello del premio al 3%) il tasso aumenterebbe a 1,61% lordo ovvero 1,40% netto.

Le considerazioni già espresse in precedenza sul BTP Italia valgono anche in questo caso.

L’investimento in BTP Futura è lungo e non ha una tangibile convenienza.

In mancanza di competenze e di un minimo di cultura finanziaria si può valutare il BTP6Lg301,15%SU (così si chiamerebbe il Futura senza narrazione) solo come alternativa a tenere i soldi sul conto corrente consapevoli che si tratta di lasciarli fermi per 10 anni!

In tutti gli altri casi l’invito è quello di evolversi, studiare e investire in altro.

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Giorgia Ferrari

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