Il 2018 è stato davvero un anno complicato per i mercati finanziari. Sembra incredibile ma, globalmente, non andava così male addirittura dal 1901!
Partito sotto i migliori auspici, dopo un 2017 scoppiettante, il 2018 si è rivelato ben presto un anno davvero tribolato: volatilità e storni subito a gennaio, poi un vero e proprio tracollo dopo l’estate.
Le vendite hanno colpito quasi tutte le Asset Class. Basti pensare che il 93% degli strumenti finanziari ha perso valore rispetto al 2017.
Sull’azionario, tra le principali piazze finanziarie, si è salvato solo il Brasile sospinto da aspettative positive sul piano politico. Tutto il resto, con più o meno veemenza, è sceso.
Fanalino di coda è stata la Cina, con l’indice CSI di Shanghai, che ha lasciato sul terreno il 25% da inizio anno. Dopo un nuovo massimo relativo a gennaio, ha avviato un trend discendente che ha portato i prezzi sui minimi da marzo 2016. La debolezza della Cina, seconda potenza industriale al mondo, desta non poche preoccupazioni per l’andamento futuro dell’azionario globale.
Anche gli USA, che erano riusciti a mantenersi in territorio positivo per buona parte dell’anno, alla fine hanno ceduto i supporti, e sia S&P 500 che Nasdaq sono precipitati in una correzione che sa molto di “Orso”.
E l’Italia? Il nostro listino ha chiuso il 2018 in calo del 16%, un po’ peggio della media europea (-14%) e meglio soltanto del Dax di Francoforte (-18%).
Per quanto riguarda l’obbligazionario è già da tempo che si grida alla bolla. “Via dai bond, il rischio non vale il miserevole rendimento offerto!” l’hanno detto in tanti, e in effetti si tratta di una considerazione condivisibile, in linea di massima e con qualche eccezione.
Le materie prime preziose, come oro e argento, seppur in recupero sul fine anno, hanno anch’esse sofferto. Ciò è davvero strano e lascia l’investitore sconcertato, considerando che si tratta di beni rifugio che dovrebbero ben comportarsi in fasi storiche di avversione al rischio.
Con un 2018 del genere appena dietro alle spalle, ci stiamo chiedendo che 2019 vivremo e quali possono essere le migliori strategie da porre in essere.
Le nostre scelte non dovranno mai prescindere da due regole fondamentali.
Regola numero 1: non mettere tutte le uova nello stesso paniere!
I mercati si muovono a velocità diverse e possono vivere cicli anche inversi, sebbene la globalizzazione favorisca la contaminazione reciproca, nel bene e nel male.
Ciò significa che la diversificazione è sempre un’ottima abitudine e dovrai farne buon uso anche nel corso del 2019.
La tua personale asset allocation dovrà tenere in dovuta considerazione la tua propensione al rischio, i tuoi obiettivi e il tuo orizzonte temporale. Accertati sempre di avere un portafoglio che ti rappresenta. Ogni strumento che inserirai dovrà avere una chiara e specifica logica.
Regola numero 2: fai un piano d’azione e resta fedele a questo piano, almeno finché non cambiano le condizioni di base.
Per capire cosa aspettarsi dai mercati per il 2019 ti lascio alcune personali riflessioni sui vari comparti in cui puoi investire.
MERCATO AZIONARIO
L’azionario presenta un quadro piuttosto variegato.
Mercato azionario europeo
L’Europa è tra le aree maggiormente a buon mercato, secondo i tradizionali parametri di valutazione, ma sconta un’incertezza politica ancora forte. Inoltre i principali indici macroeconomici dipingono un quadro non proprio nitido. Non siamo ancora in recessione, potremmo non entrarci, ma ci stiamo correndo abbastanza vicini.
Quindi il mercato sta prezzando giustamente un contesto di incertezza che penalizza le valutazioni di Borsa.
Mercato azionario italiano
Investire in Italia potrebbe rappresentare una buona scommessa, ma con una percentuale di patrimonio comunque limitata.
Due sono le ragioni alla base di questa considerazione:
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- La discesa dei prezzi delle azioni ha generato un dividend yield molto attrattivo. In pratica, fermo il valore dei dividendi, la caduta dei prezzi dei titoli garantisce mediamente un tasso di rendimento da dividendo del 5% circa. Certo, il prezzo delle azioni può fluttuare e potrebbe scendere ulteriormente, ma alle condizioni attuali acquistare azioni italiane (di qualità) può rivelarsi nel tempo ben più redditizio rispetto all’investimento in obbligazioni.
- Il mercato sta scontando seri timori politici ed economici per il nostro Paese che, se disattesi almeno in parte, potrebbero dar vita ad un certo recupero del nostro listino, se non altro nella prima metà dell’anno.
Per investire sull’azionario Italia puoi utilizzare un ETF, in quest’ottica decisamente più efficiente rispetto ai fondi comuni, oppure potresti selezionare direttamente alcune eccellenze del nostro listino che, a questi prezzi, risultano piuttosto sottovalutate. Dovresti fare stock picking cioè selezione autonoma di titoli azionari, se disponi di capitali sufficienti per non frazionare troppo gli importi da investire e non subire eccessivamente l’incidenza delle commissioni di negoziazione.
In Italia, le società che attualmente ritengo più interessanti secondo determinati parametri economici e di mercato sono: Banca Generali, Banca Ifis, Brembo, Interpump, Prysmian, Recordati. Su alcune di queste ho anche scritto articoli in precedenza.
Come avrai notato nessuna big cap; non le amo e tendo a evitarle.
Altre piazze europee
In linea di massima, sottopeso le altre piazze europee, anche se un rimbalzo nella prima parte dell’anno potrebbe avvenire. Il titolo europeo che preferisco in questo momento è Porsche, la casa automobilistica quotata a Francoforte. Come altri costruttori di veicoli e componentistica, ha sofferto per tutto il corso del 2018, per poi raggiungere una certa stabilità negli ultimi mesi. Il rapporto P/E è pari a 4,7, un multiplo quindi molto favorevole.
Borse asiatiche
Fuori dall’Europa, sono sempre più convinto che il futuro cuore dell’economia e della finanza mondiale si stia spostando nell’area Asia-Oceania. Una parte di denaro andrebbe quindi fatto affluire sugli emergenti asiatici e sulla Cina, che tanto ha sofferto nel corso del 2018. Non è detto che i problemi cinesi siano terminati, ma il Paese sta ponendo in essere uno stimolo monetario e fiscale molto interessante. Meno interessante ritengo invece l’India, almeno finché non verranno chiariti i rapporti tra esecutivo e banca centrale.
Per investire nel Sud Est asiatico potrai utilizzare un ETF, anche se ci sono alcune SICAV e Fondi che, nonostante le commissioni di gestione maggiori, si stanno comportando davvero bene.
Uno di questi è Schroder International Selection Fund Asian Opportunities (ISIN: LU0248184466), cinque stelle Morningstar silver.
Mercato azionario americano
Gli Stati Uniti presentano ancora una crescita economica robusta, ma presentano valori di Borsa un po’ cari, nonostante il recente sell off. Su questa piazza prediligerei l’area tecnologica e i business di nuova generazione, che a seguito della correzione sono arrivati ad una soglia di pricing interessante. Puoi utilizzare ETF sulla robotica e sulla cyber sicurezza. In alternativa puoi posizionarti sul Nasdaq, ma lo farei comunque per step. Sui “FAANG” meglio Apple, rispetto a Facebook e Google.
Anche il Giappone dovrebbe andare discretamente nel 2019, ed in tal senso, una buona soluzione per mixare Stati Uniti e Giappone con un unico prodotto, potrebbe essere quella di posizionarsi sul business della robotica tramite l’ETF iShares Automation & Robotics UCITS ETF USD (IE00BYZK4552). Si tratta di un fondo piuttosto recente, con commissioni basse (0,40%). Presenta molta volatilità ed è più indicato per una strategia di PAC piuttosto che di PIC. Presenta una buona diversificazione geografica, con un posizionamento del 33% in America, del 27% in Giappone e del 15% su altri Paesi asiatici sviluppati.
MERCATO OBBLIGAZIONARIO
L’Obbligazionario, ormai da alcuni anni, non rappresenta più un porto sicuro ma è divenuta spesso fonte di stress. Soprattutto perché ha colto di sorpresa molti investitori che vi avevano fatto ricorso nella vana speranza di proteggere i propri capitali, facendoli arrotondare un po’.
Per il 2019 occorrerà molta selettività sui Bond. L’Europa continuerà ad offrire rendimenti insufficienti a remunerare i rischi di oscillazione cui potremmo assistere. Molto meglio gli USA, dove un Treasury al 3% diventa già interessante e il rialzo futuro dei tassi dovrebbe essere meno rapido che nel recente passato, sostenendo il corso dei titoli. Sul Treasury però si apre il tema Dollaro. Cioè dobbiamo tenere presente che un investimento negli USA è denominato in valuta locale e quindi espone l’investitore al rischio cambio.
Se l’investitore si attende un apprezzamento del biglietto verde sull’Euro, allora il Treasury è molto interessante (sommerebbe il rendimento del bond con l’apprezzamento del cambio). Diversamente, una crescita dell’euro andrebbe a vanificare il rendimento del titolo fino a neutralizzarlo o addirittura portarlo in negativo.
Chi volesse puntare sul Treasury americano può utilizzare questo ETF: Lyxor Fed Funds US Dollar cash (ISIN: LU1233598447).
UNO SGUARDO AL MERCATO DELLE MATERIE PRIME
Le materie prime sono una asset class particolare e vanno maneggiate con cura. Non distribuiscono cedole e dividendi, quindi l’investitore potrà trarre profitto da un investimento in commodity solo in caso di apprezzamento del valore.
Nel tempo, diverse materie prime hanno subito tonfi clamorosi, con cali addirittura del 90%. Fai quindi molta attenzione e, se stai investendo e non speculando, evita di utilizzare gli ETF a leva finanziaria.
Ad ogni modo, viste le turbolenze dei mercati e considerando il valore cui sta quotando, potresti inserire un po’ di oro in portafoglio. Dovrebbe ben comportarsi in caso di volatilità sull’azionario e in caso di inflazione. Direi massimo 5-7% del portafoglio.
Avere un quadro generale della situazione ci permette di approcciare l’inizio dell’anno con più lucidità. Approfondiremo strada facendo le previsioni e, in base a quelli che saranno i movimenti reali, dovremo essere preparati a metter mano a portafogli e strategie.
Augurandoti un 2019 ricco di felicità e soddisfazioni, ti lascio spazio nei commenti se vorrai approfondire alcuni aspetti trattati in questo articolo.
Massimiliano Trazzi
6 anni fa
Buongiorno e buon anno Massimiliano!
Che fare quest’anno era proprio la domanda che mi stavo facendo in queste festività!
Diciamo che hai dato un’ottima macro analisi che ovviamente valuterò…
Pensavo infatti di abbandonare un po’ di stress dell’azionario per buttarmi su ETF con investimenti medio/lunghi.
Contestualmente però sto valutando altri modi per differenziare gli investimenti.
Diciamo che sto valutando proprio un altro paniere in cui diversificare perchè questi mercati mi sembrano un po’ impazziti e da quanto si legge e percepisce in giro molti hanno questo pensiero!
Forse e ripeto FORSE il futuro potrebbe essere gli investimenti in beni tangibili e godibili come quadri/statue/vino e anche LEGO!
Basta vedere la follia dei ReSellers…
Un paio di cosucce a tal proposito le ho già nel cassetto, o meglio, nel paniere 😉
Una buona vita e speriamo in un 2019 meno ubriaco dell’anno passato
6 anni fa
Ciao Andrea e, come sempre, grazie.
La diversificazione su beni “tangibili” è senz’altro un’opzione interessante. Attenzione a due aspetti:1) è altamente consigliato operare in questi mercati (quadri, orologi, vini, oggetti d’epoca, mobili, ecc…) se si hanno competenze specifiche o, almeno, se si è ben indirizzati da qualcuno di esperto; 2) sono generalmente meno liquidi dei mercati finanziari. Meglio non operarvi con capitali che possono servire nel breve.
Concordo comunque sull’interesse.
Sui mercati finanziari anche secondo me ci sarà ancora da ballare e, anche per questo, iniziare dei Pac in questi mesi è molto interessante, con orizzonte 8/10 anni.
A presto!
6 anni fa
Ciao Massimiliano, leggo spesso i vostri articoli e li ritengo molto interessanti. Fare un pac su IUSA che replica l’indice statunitense cosa ne pensi? Visto che dovrebbe nel medio termine perdere ancora terreno…
Mentre sulla robotica, vedo he quotati in Euro ne abbiamo 2, ROBO e RBOT credi siano similari?
Grazie mille!!
6 anni fa
Buongiorno Luca, i due ETF che citi sono “parenti” ma presentano alcune differenze importanti. Il RBOT costa la metà del ROBO (0,40% rispetto a 0,80%) e presenta una maggiore esposizione in Giappone e Asia rispetto all’altro. Io lo preferisco.
Per quanto riguarda il PAC sul mercato americano credo abbia senz’altro senso. Si tratta di una piazza che ha storicamente sovra performato la media dei paesi sviluppati e viste le turbolenze attuali può rappresentare una opportunità. Da valutare sempre in coerenza con il proprio profilo di rischio e asset allocation.
Grazie e a presto!
6 anni fa
Ciao, grazie per l’analisi, per me sarà un anno di formazione.
Dopo un anno di catastrofi sulle cryptovalute, che comunque mi attirano molto in questo momento per i prezzi che ormai hanno toccato dei minimi storici per alcune di esse.
Poi sicuramente… Bamboo!
6 anni fa
Ciao Massimiliano
Nella parte del “Mercato azionario italiano” ha scritto “nessuna Big Cap”.
Ti posso chiedere cortesemente perchè non le ami?
P.S. Grazie come sempre per i preziosi consigli.
6 anni fa
Ciao Cristian,
di solito evito le società italiane a grande capitalizzazione sia perché storicamente hanno sottoperformato le piccole, sia perché, nonostante siano società private, spesso assomigliano più a carrozzoni statali. Sono cioè così rilevanti che la politica ne influenza spesso le decisioni e comunque esercita una sorta di controllo che penalizza la logica del profitto a favore di altri interessi più clientelari.
Naturalmente non è sempre così, ma considera che il mercato italiano è in generale poco efficiente e poco redditizio. Non ci sono quindi validi motivi per investire sulla borsa italiana, se non concentrandosi su pochi titoli sani e ad alto potenziale.
Spero di averti risposto.
A presto.
6 anni fa
Ciao Simo, le criptovalute sono una scommessa. Anch’io credo che possano avere un futuro. Se così sarà, i prezzi attuali saranno stati probabilmente buoni per acquistare.
Non vi destinerei, comunque, che una parte residuale del portafoglio.
A presto!
6 anni fa
Si, il PAC ormai è legge in casa mia! E’ da un anno che va ed effettivamente ora sarebbe proprio l’ideale per partire!
A proposito di PAC e dell’incertezza dei mercati pensavo di fare una sorta di multi-PAC quadrimestrale su 4 ETF selezionati anziché un investimento unico, ovvero:
Anziché investire tutto subito su 4 ETF
Investirò a gennaio 1/4 su tutti gli ETF selezionati
Ripeterò la stessa proporzione ogni 4 mesi sperando di mediare questa altalena.
Essendo io alle prime armi, a tuo parere, potrebbe essere un’idea oppure è meglio rimanere fermi e aspettare tempi migliori?
Grazie
6 anni fa
Ciao Andrea,
attivare più Pac contemporaneamente ha senso. Poi quanti e quali dipende dalla pianificazione individuale di ciascun investitore.
Se hai deciso di utilizzarne 4 per 3 versamenti annuali, magari potresti scaglionarli tra loro. Per esempio: l’ETF numero 1 lo acquisti a gennaio, maggio e settembre. L’ETF 2 lo acquisti a febbraio, giugno e ottobre, e così via. Così facendo mitighi ulteriormente i rischi perché gli ETF, pur se diversi, potrebbero presentare un certo grado di correlazione.
Buon investimento!
6 anni fa
Il problema grosso dei Pac su banche italiane sono le commissioni, per uno come me che purtroppo non riesce a destinare più di 100 euro al mese, il 3% è una pazzia. Unica alternativa secondo me è ridurre il numero di versamenti..
6 anni fa
Si Luca sono assolutamente d’accordo. Il Pac mensile è molto diffuso ma se una persona ha un orizzonte di un certo tipo è penalizzante in termini di commissioni. Meglio versare 200 euro bimestralmente che 100 tutti i mesi e pagare il doppio di commissioni fisse.
Ci sono Banche che offrono in alcuni casi commissioni solo variabili senza minimo, ma che io sappia devi fare il pac manualmente.
A disposizione, ciao!
6 anni fa
Ciao, scuriosando sul mercato obbligazionario, mi sono imbattuto in questo: Ebrd Tf 30% Ge20 Try . La mia domanda è: dov’è l’inghippo di una cedola a tasso fisso a 30???
6 anni fa
Ciao Alessandro, nessun inghippo.
Innanzitutto il 30% è nominale, ma il bond quota a 107 quindi il rendimento reale sarebbe inferiore.
Inoltre è tale perché è denominato in lire turche. La Try è una valuta molto instabile. La Turchia presenta infatti una inflazione superiore al 20% e un’economia molto sbilanciata.
La banca emittente è solida.
Il dubbio dell investitore però è quanto si ritroverà una volta eseguita la conversione tra valuta turca ed euro.
La scommessa è tutta lì.
Ciao
6 anni fa
Ciao Mssimiliano,
Innanzitutto grazie per i tuoi splendidi e proficui consigli, in merito al Crypto Trader che ne pensi? Ritieni utile iniziare ad investire in questo settore oppure rischia di essere una bolla?
Grazie ancora
Claudio
5 anni fa
Ciao Claudio, scusa il ritardo, mi ero perso la tua domanda.
Le crypto, pur presentando elementi di interesse, presentano una aleatorietà tale che non suggerirei di investirvi molto denaro.
Potrebbe esservi dedicata una parte modesta del patrimonio. Personalmente ne ho meno dell’1%.
grazie, a presto.