Il “Principio di Pareto” e la “passivizzazione” del proprio business

Ricollegando il discorso all’ultimo post pubblicato in cui si parlava di “redditi passivi” e soprattutto all’interessante dibattito che si è sviluppato con e tra i lettori nello spazio riservato ai COMMENTI, vorrei oggi suggerire un paio di idee su cui ho iniziato ad agire in maniera importante soprattutto negli ultimi 4/5 anni, da quando cioè per me è diventata sempre più importante l’idea di creare “reddito passivo” o comunque di alleggerire  la pressione data dall’esigenza di dedicare tempo al lavoro e alla produzione di reddito.

Anche nell’ambito del proprio business è importante dedicare tempo ed energie nella direzione della “passivizzazione” dell’attività e delle sue procedure al fine di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo e poter riacquistare fette via via crescenti di libertà individuale (è evidente che questo discorso è molto meno applicabile per chi occupa una posizione di lavoro dipendente).

In tal senso ci può venire in aiuto riprendere il celebre “Principio di Pareto” o “Legge dell’80-20” (cfr. definizione Wikipedia).

Il “Principio di Pareto” prende il suo nome dal celebre economista italiano Vilfredo Pareto che, attorno a fine ‘800, studiando la distribuzione dei redditi, dimostrò che in una data regione solo pochi individui possedevano la maggior parte della ricchezza.

Il Principio è anche noto come il “Principio della scarsità dei fattori” sintetizzabile nell’affermazione secondo cui, nella generalità delle situazioni, “la maggior parte degli effetti è dovuta ad un numero ristretto di cause“.

Partendo dal presupposto che quello che si sta facendo è un discorso di carattere generale da adattare nel concreto ad ogni singolo caso specifico, possiamo applicare il Principio di Pareto al nostro business esplicitando quanto segue:

  1. l’80% del fatturato deriva dal 20% dei clienti (e/o dal 20% dei prodotti/servizi distribuiti e/o dal 20% della forza vendita e/o dal 20% delle iniziative intraprese)
  2. l’80% delle nostre perdite di tempo e rotture di scatole deriva dal 20% dei clienti e/o dal 20% delle procedure adottate e/o dal 20% del personale con cui stiamo operando etc.

Indipendentemente dal fatto che le percentuali reali nel proprio business non saranno mai esattamente 80/20, appare parecchio evidente la verità del Principio di Pareto visto in questi termini.

Prova a pensare: cosa succederebbe se tu decidessi improvvisamente di tagliare brutalmente quel 20% di situazioni, persone, prodotti etc. che ti causa la stragrande maggioranza dei problemi o delle perdite di tempo?

E cosa succederebbe d’altro canto se tu decidessi di concentrare le tue energie solo su quel 20% di iniziative che invece creano l’80% del risultato positivo?

La risposta è tanto semplice quanto persino incredibile: otterresti molto di più sforzandoti e impegnandoti molto meno!!!

Fai attenzione: “tagliare brutalmente” non significa necessariamente licenziare, dismettere o lasciar perdere (anche se in alcuni casi sarà necessario farlo), può anche voler dire “delegare” o “automatizzare“.

Gran parte del tessuto imprenditoriale italiano è composto da aziende e attività commerciali piccole o piccolissime, spesso nate sullo sviluppo di attività individuali o familiari e di tale origine si trascinano dietro pregi e difetti.

Tra i pregi abbiamo la cura e la passione per l’oggetto del proprio lavoro, tra i difetti il volersi occupare di tutto e non voler mollare niente applicando all’economia di un business gli stessi principi della frugalità familiare post bellica secondo la quale “non si butta mai via niente”!!!

Nel business, un’opportuna e attenta selezione delle azioni, dei prodotti, delle iniziative, dei clienti e delle persone con cui collaborare a tutti i livelli è invece non solo sana ma anche necessaria e indispensabile se si vuole evitare di finire sopraffatti dal proprio stesso lavoro.

Essere “padroni di sè stessi” per molti imprenditori e liberi professionisti significa lavorare una quantità spropositata di giorni e di ore, imponendo a sè stessi ritmi e stress molto superiori a quelli richiesti ai propri stipendiati per poi ritrovarsi un giorno con un tenore di vita benestante ma con la maggior parte del proprio tempo alle spalle, i figli cresciuti e andati per la propria strada e gli entusiasmi inevitabilmente un pò appassiti chiedendosi: “Ne è valsa la pena?

Saper “lavorare duro” (hard work) è un valore e una virtù ma altrettanto lo sono il “saper dire di no” e il “lavorare intelligentemente(smart work).

Avere sempre la testa bassa e inseguire tutto quel che si può inseguire, sul lungo termine, paga assai meno di una selezione intelligente di tempi, sforzi e iniziative. Per evolversi e adattarsi ad un mondo che cambia in continuazione di fronte ai nostri occhi occorrono tempo e lucidità mentale per osservare, riflettere, valutare, formarsi e aggiornarsi.

Ragiona in termini di semplificazione e passivizzazione del tuo business:

  • quali sono i rami secchi da tagliare?
  • quali sono le attività che puoi e devi delegare internamente?
  • quali sono quelle da delegare ad un qualche partner o fornitore esterno?
  • quali gli aspetti veramente cruciali su cui vale la pena concentrare i tuoi sforzi personali e aziendali?
  • quali pratiche e procedure puoi completamente o parzialmente automatizzare per abbassare i costi e rendere l’attività più capillare?
  • come puoi far si che ogni tuo singolo cliente o vendita aumenti il proprio valore medio senza che questo gravi maggiormente sulla tua struttura aziendale o sulla tua personale gestione del tempo?

Se ti va, lascia un COMMENTO all’articolo esprimendo la tua opinione sulle idee e sugli spunti qui presentati il cui obiettivo non è quello di fornirti risposte complete bensì di aiutarti ad attivare la mente verso nuove direzioni.

Riguardo alle risposte e a nuove iniziative di formazione per aiutarti a migliorare e potenziare l’efficacia del tuo business anche (ma non solo) tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie e della potenza del web sappi che a breve sarò in grado di proporti qualcosa di assolutamente interessante e innovativo stay tuned!

Roberto Pesce

6 commenti

  1. indidream

    13 anni fa  

    Buona sera Roberto,
    Su hard work e smatr work sono daccordo al 100%.
    Una considerazione, dimmi sè pensi nello stesso modo.
    Stò pensando da parecchio, non sò sè l’ idea è buona.
    Ti dò un esempio molto semplice:
    Prendo un esercizio pubblico in gestione,trovo un socio o
    business partner o un agenzia, che si occupa di smistare i lavori
    perdi tempo ed io piuttosto gestisco la parte “commerciale”,
    chiaramente, cedendo una parte di proffitto.

    Che nè pensi? Sarebbe un reddito passivo al 50%?


  2. Luca

    13 anni fa  

    In questa società frenetica si pensa sempre più :”ma chi me lo fa fare? Meglio guadagnare un pò meno e godersi la vita!”

    Poi se grazie ad internet o altri sistemi riesci ad avere dei redditi passivi ancora meglio!


  3. indidream

    13 anni fa  

    A Luca,ciao,
    nessuno ti impedisce di guadagnare di meno,Attento c’è l’inflazione o
    iperinflazione in arrivo.
    € 1000.00al mese sono pochi.


  4. Cristina

    13 anni fa  

    Naturalmente un conto è ricevere l’attività di papà e applicare le proprie conoscenze per potenziarla, migliorarla, tagliare i rami secchi etc..un conto è partire da una mentalità/esperienza totalmente opposta. Forse nel secondo caso prima di ‘affinare’ devi fare massa critica, farti conoscere etc etc..insomma il processo è più lungo. Devi capire chi sono quelli che ti rendono/renderanno quell’80% e ci vuole esperienza, formazione etc..

    “Riguardo alle risposte e a nuove iniziative di formazione per aiutarti a migliorare e potenziare l’efficacia del tuo business anche (ma non solo) tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie e della potenza del web sappi che a breve sarò in grado di proporti qualcosa di assolutamente interessante e innovativo … stay tuned!”…

    sto aspettando le proposte. Soprattutto se interessanti 🙂


  5. Enrico

    13 anni fa  

    Salve a tutti! Per esperienza più o meno diretta, credo che uno dei punti deboli dell’imprenditoria italiana, almeno quella formata da piccole e medie imprese, sia proprio quello che veniva citato nell’articolo, ovvero: volersi occupare di tutto all’interno del sistema-azienda, non delegando praticamente nulla. Molte volte questo tipo di atteggiamento riguarda “il capostipite-fondatore” dell’impresa, che non intendendo passare il testimone, crea più disagi che non benefici. L’Italia è la culla della gerontocrazia! Gli altri paesi del mondo hanno mediamente una classe politica ed imprenditoriale più giovane di oltre vent’anni! Questo non vuol dire voler buttare gli anziani nella rupe Tarpea, ma prendere atto che c’è una stagione per tutto anche per lavorare in “prima linea”. Tutto ciò indubbiamente genera un grave gap economico, politico e culturale che noi e i nostri figli pagheremo a caro prezzo!


  6. piergiorgio

    13 anni fa  

    preg.mo dott.or roberto pesce :

    sono pienamente d’accordo in tutti i punti citati . è vero anch’io ci passo tutti i giorni io sono agente di commercio (rappresentante) ci sono giorni che a furia di correre mi dimentico di fermarmi 5 min per una pausa caffè per respirare e fare un set up . altri giorni ho più
    tempo a disposizione e la fermata la faccio per telefonare prendere appuntamenti ecc…. . quando sono a casa alla sera ridiscende il lavoro finale spedizione ordini via mail . richieste di specifiche dalla
    direzione . ma io alla sera appena arrivo a casa mi accendo il computer e mi guardo i miei conti etf o azioni le azioni che seguo e ho in preve
    ntivo di vendere e acquistare . poi a tavola con la moglie ci raccontia
    mo le cose che che sono accadute . e solo dopo cena riprendo il lavoro finale di tutto quello che devi spedire e preparare l’indomani .
    ho provato a semplificare ma più di cosi non ci riesco pareto e altri
    non sò come fare per fare meno e produrre di più .
    ho un’azione che mi stà dando il 44.20&


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